Non è poi così difficile capire perché migliaia di Infermieri Italiani hanno scelto di emigrare verso altri paesi Europei, UK e Germania in primis. Solo il Regno Unito, secondo l’European Database of regulated professions, ne ha accolto quasi 6.000, dal 2013 ad oggi.
Le condizioni di lavoro e, soprattutto, le retribuzioni sono di gran lunga migliori: mediamente 1000€ in più rispetto alle retribuzioni Italiane; oltre a tutte le possibilità di progressione di carriera.
Senza contare il vergognoso sfruttamento a cui sono “sottoposti” in Italia gli Infermieri, a causa della mancata assunzione degli OSS “Operatori Socio Sanitari”; che avrebbero dovuto sostituire il “vecchio” Infermiere generico, la cui formazione è stata abrogata più di 20 anni fa.
Una classe dirigente lungimirante, diligente e accorta e che soprattutto abbia a cuore il SSN dovrebbe, più oggi che domani; porre immediato rimedio a questa COLPEVOLE condizione e non proporre rimedi spesso illegali come per esempio i tamponi agli OSS; o addirittura l’assunzione di giovani medici per svolgere mansioni Infermieristiche…
Invece quello che è avvenuto in questi anni è esattamente l’opposto.
La commistione tra politica e Dirigenza del SSN ha, di fatto, soffocato ogni legittima istanza di migliorare i servizi offerti dalle Aziende Sanitarie.
Le numerose richieste, avanzate dagli operatori sanitari nel corso degli ultimi decenni quali; ad esempio l’aumento delle dotazioni organiche di medici, infermieri e operatori socio sanitari (oss) ed il miglioramento di strutture e mezzi, sono state messe a tacere, a volte fin dal loro nascere.
Da anni i medici e gli infermieri, quelli che stanno in “prima linea” (diciamo pure sul fronte); sono testimoni di una riduzione drastica di personale e di un mancato rinnovo di strumenti e mezzi per fronteggiare la sempre più crescente domanda di salute e di qualità dei servizi offerti.
Tali istanze, anziché ricevere una giusta attenzione da coloro che avrebbero dovuto ascoltare (politica e alta dirigenza sanitaria), sono state invece soffocate. Il potente di turno, il dominus pro tempore della politica, non ha mai visto di buon occhio il mancato allineamento ai suoi desiderata.
Il sistema di oppressione si struttura così: mancano gli oss nei reparti, li si sostituisce con gli infermieri. Si chiede poi agli infermieri di fare i doppi turni e guai a quelli che si ribellano e che rivendicano rispetto e diritti sanciti da leggi e contratti.
Questi saranno dapprima giudicati poco collaborativi e verranno poi puniti con giudizi insufficienti dai loro diretti superiori al momento annuale della compilazione delle pagelle, con conseguente decurtazione del salario accessorio (voluta dalla riforma Brunetta). Se ciò non dovesse bastare a fare rientrare la protesta, allora ecco che comincia una vera e propria rappresaglia e continue minacce di provvedimenti disciplinari.
Questo meccanismo feudale, in cui ogni nominato dalla politica è funzionale al suo potere, ha fatto da tappo e bloccato sul nascere ogni legittima rivendicazione. Nessuna critica è riuscita a penetrare fuori dai reparti, in modo tale da dare l’impressione all’opinione pubblica che tutto funzionasse, che tutto fosse sotto controllo.
Invece i malati, gli infermieri e i medici soffrono abbandonati a se stessi. Agli infermieri – i veri “paria” della sanità di oggi – viene chiesto l’impossibile; come sta accadendo oggi in questa attuale seconda ondata pandemica, tra l’altro ampiamente preannunciata.
Proprio questa commistione tra interessi del politico Dominus pro tempore e i loro nominati direttori è alla base del disastro che stiamo assistendo. Questo meccanismo perverso genera dolore, insoddisfazione, inefficienza, confusione prodromica a casi di mala sanità.
Personale anziano mal pagato ( le indennità dei turni infermieristici sono ferme agli anni Novanta, all’ultimo governo Andreotti!) è costretto a tirare la carretta per tutti. La retorica della sanità italiana migliore del mondo è poi insopportabile .
La nostra è di fatto una sanità che qualche anno fa veniva definita a macchia di leopardo, dove era però possibile riscontrare delle eccellenze.
Ma oggi, soprattutto al sud, le eccellenze sono più uniche che rare, non a caso si parla di lunghe e spesso estenuanti liste d’attesa.
Non sono esenti da critiche neanche i sindacati confederali.
Un esempio concreto di questa commistione, di questo vero e proprio patto scellerato tra politica, alta Dirigenza e sindacato è il patto avvenuto decenni fa; che ha permesso a numerosi (ma erano già pochi anche allora) operatori sanitari specializzati in categoria A e B di essere trasferiti in ufficio; sguarnendo in tal modo i reparti di personale preziosissimo per l’assistenza diretta e di base al paziente; per lasciare il posto a cooperative controllate di fatto dalla politica. Peccato però che le mansioni di assistenza di base, quella minima ma preziosissima per il ristoro psico-fisico del paziente; non fossero ricomprese tra quelle spettanti al personale delle cooperative.
Per quelle poche ore impiegate nel reparto assegnato, i dipendenti delle cooperative possono infatti solo svolgere attività di pulizia e sanificazione degli ambienti, ma senza mai avvicinarsi al paziente anche perché non ne hanno le competenze. Così l’infermiere, unico operatore rimasto nelle corsie, si è dovuto sobbarcare anche mansioni non proprie.
È difficile capire che in questo modo l’infermiere, rimasto unico operatore sanitario in turno, tra campanelli, telefoni sempre squillanti, porte da aprire, parenti che chiedono, possa essere più esposto al rischio di sbagliare la preparazione e somministrazione di terapie complesse? Eppure, per fortuna, grazie ad una classe infermieristica all’altezza, tali errori, pur probabili a causa delle carenze organizzative, non sono così numerosi.
In questo desolante quadro ci chiediamo perché non troviamo infermieri e perché in migliaia emigrano verso lidi migliori ?
Le cose da fare non sono poi così difficili e sono riassumibili in pochissimi e urgenti interventi: assunzioni a tempo INDETERMINATO di infermieri ed Operatori Socio Sanitari, così da rimediare al vuoto di organico prodotto in questi anni; un CCNL idoneo e congruo alla formazione e alla professionalità degli infermieri; una retribuzione in linea con gli altri paesi Europei. Non si capisce infatti perchè gli infermieri Italiani siano i peggio pagati in Europa, nonostante tutti riconoscano una preparazione tra le migliori.
Ultimo ma non per importanza, l’abrogazione dell’odioso vincolo di esclusività del rapporto di lavoro, che libererebbe risorse per far fronte all’emergenza.
E’ inutile stracciarsi le vesti perchè “non troviamo Infermieri manco a pagarli oro” – come taluni hanno avuto modo di affermare – se poi non si prendono i dovuti provvedimenti urgenti, che certamente produrrebbero il rientro di tantissimi Infermieri.
M. Incaviglia, Ass. Prof.Le Inf. Legale
M. A Virzì, Infermiere Dottore in Giurisprudenza e abilitato Avvocato
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