Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del sindacato Nursing Up.
Nursing Up esprime forti critiche e una fondata preoccupazione per il recente emendamento della Manovra che destina borse di studio agli specializzandi non medici, ma lascia incredibilmente “fuori dalla porta” gli studenti dei percorsi di formazione per gli infermieri e le altre professioni sanitarie assistenziali, come le ostetriche.
Commi da 339 a 341 (Modifica all’articolo 8 della legge 29 dicembre 2000, n. 401) – “A decorrere dall’anno accademico 2024-2025 agli specializzandi veterinari, odontoiatri, farmacisti, biologi, chimici, fisici e psicologi è corrisposta una borsa di studio per tutta la durata legale del corso, di importo pari a 4.773 euro lordi annui. La borsa di studio è corrisposta mensilmente dalle università presso cui operano le scuole di specializzazione. Per queste finalità il finanziamento sanitario corrente per il 2025 è incrementato di 30 milioni per il 2025 e sono vincolati, nell’ambito del medesimo finanziamento, 30 milioni annui a decorrere dal 2026”.
“E non ci si venga a dire che la priorità è quella di valorizzare i percorsi di specializzazione! Con questa misura il Governo dimostra ancora una volta di ignorare le gravi e reali carenze che affliggono il sistema sanitario, in particolare nel settore infermieristico, dal momento che in Italia, a mancare prima di tutto all’appello, sono proprio gli studenti in infermieristica”. Esordisce così Antonio De Palma (foto), presidente nazionale Nursing Up.
“E mentre vengono destinati fondi per borse di studio a specializzandi di professioni non mediche, che non ci pare manchino affatto nelle affollate università italiane, gli studenti di infermieristica, che rappresentano la promessa e la linfa vitale del nostro sistema assistenziale, vengono clamorosamente esclusi”, aggiunge.
Sempre il presidente Nursing Up: “Eppure è evidente che un aiuto economico ai giovani che intraprendono la carriera formativa universitaria in infermieristica avrebbe potuto essere davvero un grimaldello per sensibilizzare i giovani ad iscriversi, capovolgendo quel grave trend che vede un numero sempre più basso di studenti che si iscrive, e un numero ancor più basso di quelli che si laureano. Lo sa o no, il Governo, che negli ultimi 15 anni si è passati da 46.281 giovani che chiedevano di entrare nelle università per diventare infermiere a soli 21.178, con un pericoloso crollo del 54,2%?».
E ancora: “Peraltro gli specializzandi in Medicina potranno anche assumere incarichi libero-professionali presso i servizi del Ssn o anche strutture sanitarie private, o svolgere attività libero-professionale, mentre gli altri, ‘figli di un dio minore’, dovranno accontentarsi di una norma farsa che frappone loro talmente tanti limiti che nei fatti diventa, nella maggior parte dei casi, inapplicabile”.
Prosegue De Palma: “Si tratta dell’ennesimo pericoloso paradosso: mentre il Governo ha sempre promesso di aumentare le risorse per la formazione dei professionisti sanitari, ignora di fatto la necessità urgente di rafforzare la formazione di base per gli infermieri, che sono la colonna portante della sanità pubblica, e di farlo con investimenti mirati”.
Questo aumento si inserisce in un contesto di risorse destinate agli specializzandi in ambito non medico. “Ma nessun provvedimento simile è stato previsto per i percorsi formativi universitari in Infermieristica, che rappresentano la professione che, più di ogni altra, manca all’appello nelle corsie degli ospedali italiani”. continua il presidente Nursing Up.
Conclude De Palma: “Perché questo disinteresse? Gli infermieri mancano come il pane e la professione infermieristica continua a perdere terreno, giorno dopo giorno. Veniamo sistematicamente esclusi da ogni programma di incentivazione alla formazione. Questo non solo penalizza la professione, ma minaccia sempre di più anche la qualità dell’assistenza sanitaria. Come può un sistema sanitario funzionare correttamente senza infermieri e ostetriche adeguatamente formati e, soprattutto, economicamente motivati? La risposta è semplice: non può!”.
Redazione Nurse Times
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