Tutto quello che c’è da sapere sul rapporto con Oss e Ota
L’infermiere, come ormai dovrebbe essere noto a tutti, è il professionista sanitario autonomo che ha come mission principale la pianificazione, gestione e valutazione dell’intero processo assistenziale infermieristico. Nell’esercizio delle sue funzioni si avvale dell’aiuto del personale ausiliario, O.S.S. e O.T.A., secondo le mansioni previste dalle normative istitutive delle due figure ausiliarie. L’infermiere, in quanto responsabile, ha su di se la responsabilità dell’operato del personale ausiliario. In particolare, sull’infermiere ricadono due tipi di responsabilità:
- Responsabilità in eligendo: Quando l’infermiere si avvale del personale di supporto, essendo lui stesso detentore delle competenze decisionali in merito, attribuisce e non delega i compiti previsti dal profilo. La delega, infatti, avviene tra pari con il trasferimento dal delegante al delegato delle responsabilità insita in quel compito. L’infermiere ha, quindi, la responsabilità giuridica dell’attribuzione, cioè quella responsabilità derivante dalla decisione di avere assegnato ad altri un’azione prevista nel contesto della pianificazione dell’assistenza infermieristica. L’infermiere, quindi, nell’attribuzione deve valutare se quel compito rientra nelle competenze del personale ausiliario e se quell’operatore ne è capace.
- Responsabilità in vigilando, consistente nella necessità di supervisionare l’operato dei propri collaboratori, controllando l’esito dello stesso. La culpa in vigilando si esclude quando si riesce a dimostrare l’assenza di un nesso di causalità tra la condotta omissiva e il danno creato dal soggetto per il quale si è responsabili.
In definitiva gli errori di pianificazione e attribuzione e l’omessa supervisione chiamano in causa direttamente l’infermiere, mentre gli errori di esecuzione sono responsabilità diretta dell’Oss. Ecco perché è di fondamentale importanza che l’infermiere conosca il mansionario del personale ausiliario a lui affidato e sia in grado di pianificare in modo preciso l’assistenza, valutando gli esiti raggiunti.
Il sanitario, quindi, deve procedere ad una corretta pianificazione dell’assistenza, una corretta attribuzione e supervisione.
Il processo di attribuzione è composto dalle seguenti fasi:
- giusto compito
- giuste circostanze
- giusta persona
- giuste istruzioni e buona comunicazione
- giusta supervisione
- giusta valutazione
L’infermiere si dovrà quindi domandare se il compito attribuito rientri nelle attività previste dal profilo professionale del personale ausiliario e se risponde ai seguenti requisiti:
- bassa discrezionalità decisoria
- alta riproducibilità tecnica
- basso rischio per l’assistito
Inoltre bisognerà valutare se la circostanza di attribuzione è di routine o di urgenza, se permetterà di supervisionare al meglio, se la persona possiede le capacità e la sufficiente esperienza per eseguire il compito di attribuzione, se è stato formato per l’attività specifica, vista la disomogeneità formativa dei corsi regionali. L’infermiere dovrà ancora porsi nella posizione di spiegare correttamente il compito attribuito, ricorrendo anche alla redazione di procedure, protocolli e piani di lavoro, e verificare la piena comprensione da parte dell’Oss/Ota.
Redazione Nurse Times
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