In ambito medico-chirurgico il lavoro di un’equipe medica è fondamentale per garantire un’assistenza sanitaria di qualità. Ogni membro dell’equipe, indipendentemente dal suo ruolo, ha il dovere di vigilare sull’operato degli altri componenti per evitare errori o mancanze che potrebbero compromettere la salute del paziente.
Secondo la giurisprudenza penale, l’onere di vigilanza riguarda non solo le specifiche mansioni affidate a ciascun componente, ma anche il controllo su operato e errori altrui che siano evidenti e non settoriali. Questo significa che ogni membro dell’equipe deve essere in grado di riconoscere e segnalare eventuali problemi, anche se non sono direttamente legati al proprio ruolo.
Ad esempio, in caso di intervento chirurgico, il chirurgo principale è responsabile della direzione dell’intervento e degli errori che rientrano nella sua specifica competenza medica. Tuttavia anche gli altri membri dell’equipe hanno l’obbligo di vigilare sull’operato e di segnalare eventuali problemi che possono mettere a rischio la salute del paziente.
La Corte di Cassazione ha chiarito che anche i componenti sottordinati dell’equipe devono manifestare il proprio dissenso, se non condividono le scelte del primario adottate nel corso dell’intervento. Questo vale sia per scelte puramente terapeutiche che per scelte di tipo operativo.
Nel caso di cooperazione multidisciplinare, ogni sanitario è tenuto a osservare gli obblighi derivanti dalla convergenza di tutte le attività verso il fine comune ed unico. Questo significa che anche specializzati in altre discipline devono conoscere e valutare l’attività degli altri membri dell’equipe e intervenire, se necessario.
Redazione Nurse Times
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