Grave episodio di violenza in corsia: un infermiere denuncia su Facebook l’aggressione subita dal figlio di un paziente. La Asl Bari avvia un’indagine interna
BARI – Ancora un episodio di violenza in corsia scuote il sistema sanitario italiano. Un infermiere in servizio presso il reparto di Pneumologia dell’ospedale Di Venere di Bari ha denunciato pubblicamente di essere stato aggredito fisicamente, lo scorso mercoledì 29 aprile 2025, dal figlio di un paziente ricoverato nella struttura.
La vicenda è emersa attraverso un post pubblicato su Facebook dallo stesso operatore sanitario, Francesco Sabatelli, che ha raccontato con amarezza e indignazione quanto accaduto durante il proprio turno di lavoro: «Sono stato picchiato senza motivo da un parente di un paziente, proprio mentre mi prendevo cura di tanti degenti, compreso suo padre», ha scritto.
L’episodio ha suscitato forte indignazione tra colleghi e utenti social, rilanciando il tema della sicurezza del personale sanitario all’interno delle strutture ospedaliere, già messa a dura prova da turni massacranti e carenze strutturali. «La giustizia italiana – ha aggiunto Sabatelli – permette alla gente di alzare le mani sul personale sanitario senza conseguenze, mentre noi restiamo soli a gestire dolore fisico e psicologico».
La risposta della Asl Bari
La Asl di Bari ha confermato l’accaduto e ha reso noto di aver attivato, come da protocollo, la procedura aziendale per la gestione e il contenimento degli atti di violenza ai danni degli operatori sanitari. Tale procedura prevede la segnalazione al Servizio di Prevenzione e Protezione, che condurrà un’analisi dettagliata dell’accaduto e organizzerà un audit con il personale coinvolto per individuare le misure di mitigazione più efficaci.
Il direttore generale Luigi Fruscio ha espresso solidarietà all’infermiere aggredito, condannando fermamente il gesto violento. «Non è tollerabile che chi si prende cura degli altri debba subire aggressioni di questo tipo. Lavoreremo per rafforzare la sicurezza all’interno delle strutture sanitarie».
Un fenomeno in preoccupante crescita
L’aggressione all’ospedale Di Venere si inserisce in un quadro allarmante: gli episodi di violenza contro medici e infermieri sono in costante aumento in tutta Italia. Secondo i dati del Ministero della Salute, ogni anno si registrano centinaia di segnalazioni di aggressioni fisiche o verbali a danno del personale sanitario.
Il caso di Francesco Sabatelli mette nuovamente in evidenza la necessità di interventi concreti per la tutela degli operatori sanitari, a partire da un rafforzamento delle misure di sicurezza nei reparti fino a pene più severe per chi commette atti di violenza contro chi opera in prima linea per la salute pubblica.
Il post pubblicato dall’infermiere si conclude con parole forti: «È uno schifo. Fate tutti schifo». Una frase che, seppur dettata dalla rabbia, riflette il senso di abbandono e impotenza che molti professionisti del settore sanitario provano quotidianamente. Un grido d’allarme che non può restare inascoltato.
Redazione NurseTimes
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