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Indagine Opi Trento: un infermiere su cinque vuole lasciare la professione

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Il 5 febbraio scorso, in occasione dell’assemblea annuale degli iscritti, sono stati presentati i risultati preliminari dell’indagine promossa da Opi Trento con l’obiettivo di analizzare il grado di soddisfazione, coinvolgimento e engagement lavorativo di infermieri e infermieri pediatrici della provincia. Ne è emerso che in Trentino un infermiere su cinque intende abbandonare volontariamente la propria organizzazione/professione durante l’anno.

L’indagine di Opi Trento, alla quale hanno risposto 1.099 infermieri, è stata condotta nel periodo da novembre a dicembre 2024 attraverso la somministrazione di un questionario anonimo online, costituito da una sezione di dati demografici e lavorativi e una di strumenti scientifici che analizzavano il coinvolgimento organizzativo (Organizational Commitment Questionarie), la soddisfazione organizzativa, l’engagement lavorativo (UWES-9) e da una domanda relativa all’intenzione di lasciare l’organizzazione o la professione.

Dall’indagine di Opi Trento emerge inoltre che il grado di coinvolgimento lavorativo complessivo è medio (49.2 ±12.4 – score max 90), con un livello medio-basso di coinvolgimento normativo (“Non lascerei la mia azienda proprio ora perché ho un senso di obbligo per le persone che lavorano”) e affettivo (“Provo un senso di appartenenza o mi sento fiero di appartenere a questa organizzazione”).

Emerge poi una discreta soddisfazione complessiva (media 75.4 ± 23.3 – score max 140), con un maggior livello di soddisfazione rispetto a relazioni con i colleghi, con i collaboratori, ai contenuti del lavoro e alle occasioni di apprendimento-formazione, e bassi livelli di soddisfazione rispetto a possibilità di dire con franchezza ciò che si pensa, livello di retribuzione, riconoscimento dei meriti individuali, opportunità di carriera e benefit integrativi.

L’engagement lavorativo, inteso come stato mentale positivo, appagante e correlato al lavoro, caratterizzato da vigore, dedizione e assorbimento dall’attività lavorativa, evidenzia livelli medi per le dimensioni dedizione e assorbimento e livelli bassi per la dimensione vigore (“ho voglia di andare al lavoro, sento energia”).

Dall’indagine dim Opi Trento, inoltre, emerge che: il 69,2% del campione non intende abbandonare organizzazione/professione durante l’anno; il 21,4% (N 235), ovvero un infermiere su cinque, intende farlo, di cui 16,2% (N 178) la propria organizzazione e 5,2% (N 57) la professione infermieristica. Il 9,4% (N 103) afferma che lascerà l’organizzazione per motivi non volontari (es. pensionamento).

Da ulteriori analisi statistiche preliminari sul campione emerge inoltre:

  • un maggiore coinvolgimento emotivo verso l’organizzazione riduce l’intenzione di abbandono;
  • il senso di obbligo morale o responsabilità verso l’organizzazione riduce la probabilità di abbandono;
  • una maggiore soddisfazione generale sul lavoro è associata a una minore intenzione di lasciare l’organizzazione o la professione;
  • all’aumentare dell’età, la probabilità di avere intenzione di cambiare azienda o lasciare la professione diminuisce leggermente.

Su 18 strategie proposte, associate in letteratura al trattenimento a medio – lungo termine, quelle considerate prioritarie sono state:

  • offrire salari/retribuzioni competitivi e adeguati al livello di responsabilità;
  • introdurre modelli di turnistica flessibili e individualizzati (non standard e uguali);
  • garantire livelli di inquadramento giuridico ed economico in base alle responsabilità affidate evitando attribuzioni e/o deleghe non formalmente riconosciute;
  • ridurre le attività non infermieristiche e inserire figure di “segreteria clinica” per riposizionare attività tecnico amministrative;
  • creare una cultura in cui gli infermieri si sentano valorizzati e motivati a fornire standard eccellenti di assistenza ai pazienti;
  • riconoscere effettivamente e in modo esplicito il valore della professione sugli esiti di salute;
  • creare un ambiente in cui tutti i membri del team hanno voce in capitolo, in modo da poter contribuire in modo significativo ai processi decisionali e al miglioramento dei risultati;
  • creare formali piani di sviluppo e di carriera nei diversi ambiti che diano prospettiva e realizzati in modo dedicato.

“Sono in corso ulteriori analisi, ma i risultati di questa ricerca evidenziano la necessità di adottare strategie politiche, sia a breve che a lungo termine, finalizzate a promuovere il benessere e un maggiore coinvolgimento effettivo dei professionisti a tutti i livelli nei processi decisionali – afferma il presidente di Opi Trento, Daniel Pedrotti -. Fondamentale è ridurre la parte burocratico-amministrativa, soprattutto per quanto riguarda i coordinatori, e dare concretezza alla valorizzazione del capitale umano. Occorre un approccio proattivo orientato al trattenimento e all’attrattività, in particolare della professione infermieristica, che integri la gestione nell’immediato con una visione strategica e lungimirante”.

Redazione Nurse Times

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