Home Regionali Liguria Genova, l’allarme del M5S sui pronto soccorso: “Ogni infermiere gestisce almeno 25 barelle. Sicurezza a rischio e burnout inevitabile”
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Genova, l’allarme del M5S sui pronto soccorso: “Ogni infermiere gestisce almeno 25 barelle. Sicurezza a rischio e burnout inevitabile”

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Nel Consiglio regionale della Liguria si è tornato a parlare delle difficili condizioni di lavoro in cui versa il personale sanitario dei pronto soccorso di Genova. In particolare, i vertici del Movimento 5 Stelle hanno posto l’accento sul Decreto legislativo 81 del 2008, che racchiude tutte le leggi vigenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro, e hanno esposto alcuni dati preoccupanti.

“Nei pronto soccorso di Genova ogni infermiere – dichiara Stefano Giordano, capogruppo del M5S in Consiglio regionale – è costretto a gestire tra le 25 e le 27 barelle. Stando così le cose, il burnout è inevitabile. C’è un sovraffollamento generale che non permette piani di evacuazione. Inoltre barelle e materiali infiammabili sono posizionati in corrispondenza delle uscite di sicurezza, e mancano porte antincendio nei magazzini”.

Sempre Giordano: “Abbiamo richiesto l’accesso agli atti alle autorità competenti, al servizio Prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro (Psal) di Asl 3 e ai vigili del fuoco. Ci è stato risposto che tutto il materiale è in Procura. Significa che nei pronto soccorso ci sono inadempienze talmente gravi che non sono sanabili nell’immediato”.

Giordano segnala che “la Procura di Genova ha aperto un’indagine relativa a uno dei tre principali pronto soccorso cittadini, a causa della presenza di materiale combustibile nei pressi delle uscite di sicurezza e della mancanza delle porte antincendio in un magazzino, e sulla regolarità del certificato di prevenzione incendi (Scia)”.

Alla riunione in Consiglio regionale non hanno partecipato i direttori e i primari dei tre principali ospedali di Genova, che pure erano stati invitati. Un’assenza “sospetta”, secondo Giordano: “Oggi sono presenti solo i sindacati. A pensare male si fa peccato, ma a volte ci si azzecca. Non vorremmo che ci fossero state pressioni politiche per far tenere la bocca chiusa la chi ha la responsabilità”.

Redazione Nurse Times

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