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Francia, infermieri al centro di un nuovo modello sanitario: potranno svolgere consultazioni autonome, formulare diagnosi e prescrivere presidi

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Consultazioni autonome, diritto di prescrizione, riconoscimento delle diagnosi infermieristiche. In Francia, a partire da quest’anno, gli infermieri si trovano al centro di una rivoluzione che segna la nascita di un nuovo modello sanitario, fondato sulla valorizzazione del loro ruolo. Il 5 maggio 2025, con un voto unanime, il Senato francese ha approvato una proposta di legge organica che ridefinisce nel profondo la figura dell’infermiere come professionista del primo ricorso.

Il Décret n° 2025-55, pubblicato il 20 gennaio 2025 su Légifrance, sancisce ufficialmente il diritto dei infirmiers en pratique avancée (IPA) a essere consultati senza prescrizione medica. È un diritto che si applica a precise aree cliniche, come la presa in carico delle malattie croniche, il follow-up geriatrico, la salute mentale e le patologie oncologiche, e che attribuisce al paziente la possibilità di rivolgersi direttamente a un IPA come primo interlocutore sanitario.

Il decreto stabilisce anche che gli IPA potranno prescrivere determinati prodotti sanitari, esami biologici e strumentali, secondo una lista regolamentata dal ministero della Salute, su raccomandazione dell’Académie nationale de médecine. Si tratta di un passo tanto atteso quanto delicato, che richiede formazione avanzata, aggiornamento continuo e un quadro chiaro di responsabilità medico-legale.

In Francia la svolta nasce dall’esigenza di far fronte a una cronica carenza di medici di base, con una forte polarizzazione geografica: intere aree rurali e periferiche sono ormai sprovviste di medici, con liste d’attesa inaccettabili anche per patologie croniche. La strategia è chiara: redistribuire le competenze, valorizzando le professioni sanitarie intermedie per decongestionare la medicina generale e rafforzare la medicina territoriale. In questo senso l’infermiere rappresenta la figura chiave del nuovo equilibrio sanitario.

La legge introduce quattro capisaldi:

  • Consultazioni infermieristiche autonome – Gli infermieri possono ricevere pazienti in ambulatorio per attività di educazione sanitaria, prevenzione, monitoraggio clinico e coordinamento del percorso terapeutico, anche senza invio medico.
  • Diagnosi infermieristica riconosciuta per legge – L’infermiere può formulare diagnosi cliniche nell’ambito delle proprie competenze (ad esempio: rischio di ulcere da pressione, disidratazione, complicanze di un diabete non compensato) e definire piani assistenziali autonomi.
  • Prescrizione regolamentata di esami e dispositivi – L’infermiere acquisisce il diritto di prescrivere presidi, medicazioni, esami del sangue o prestazioni infermieristiche, a seconda del proprio ambito di competenza e formazione.
  • Valorizzazione contrattuale ed economica – La riforma prevede l’adeguamento salariale e contrattuale degli IPA e l’apertura di nuove posizioni negli ambulatori pubblici e nelle strutture territoriali.

Il decreto è accompagnato da un dispositivo formativo obbligatorio per gli IPA, con percorsi accademici universitari (master di livello 2) e tirocini professionalizzanti. La legge chiarisce anche i limiti legali della prescrizione infermieristica e impone che ogni atto sia tracciato e documentato nel dossier sanitario del paziente, condiviso con il medico curante. Non si tratta, quindi, di un’infermierizzazione della medicina, ma della costruzione di un sistema in cui la collaborazione sostituisce la subordinazione.

La Fédération Nationale des Infirmiers ha accolto con favore la riforma, definendola “un passo storico verso il riconoscimento reale del nostro ruolo clinico”. Al tempo stesso i sindacati e gli ordini professionali chiedono garanzie sulle coperture assicurative, standard chiari per la formazione continua, valutazioni d’impatto sui carichi di lavoro e sugli esiti clinici, equa remunerazione per le nuove competenze. Alcune organizzazioni mediche, invece, esprimono preoccupazioni sulla “frammentazione della responsabilità clinica” e chiedono una maggiore chiarezza sulla co-prescrizione e il coordinamento clinico tra IPA e medici.

Insomma, la Francia riconosce formalmente che l’infermiere non è solo un braccio operativo, ma una mente clinica autonoma. La riforma è la prova che un sistema sanitario può cambiare struttura, quando si ha il coraggio di affidarsi ai professionisti che ogni giorno mantengono in piedi la prima linea dell’assistenza. Ora resta da vedere se questa rivoluzione sarà solo francese o saprà innescare un effetto domino anche in altri Paesi europei. Perché la salute dei cittadini, oggi più che mai, passa dalle mani degli infermieri.

Redazione Nurse Times

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