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Family Doc, il medico di famiglia a pagamento diventa realtà a Cittadella (Padova): arruolati due dottori in pensione

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Family Doc, il medico di famiglia a pagamento diventa realtà a Cittadella (Padova)
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Le polemiche non fermano l’avanzata in Veneto del medico di famiglia a pagamento, noto anche come Family Doc. Una figura che ha cominciato a farsi strada sui social, partendo da Mestrino (Padova), dove un centro di sanità privata ha recentemente annunciato il lancio di questa iniziativa e suscitato lo sdegno, tra gli altri, del M5S, il quale ha parlato senza mezzi termini di “oltraggio alla sanità pubblica”. Un’autentica rivoluzione in sanità, sulla scia dei primi pronto soccorso a pagamento, aperti a Milano, Bergamo, Roma.

Ebbene, a distanza di neanche un mese, il servizio del medico di famiglia in libera professione è diventato realtà a Cittadella (Padova), dove il centro di riabilitazione Fisio & Sport Polimedica ha arruolato i dottori Enrico Massa e Gilberto D’Amato, entrambi in pensione, che ora possono ricevere pazienti al costo di 60 euro a visita.

D’Amato, che lo scorso 23 dicembre ha cessato a Cittadella l’attività in convenzione con l’Usl Euganea dopo 42 anni di servizio, è un volto molto noto e apprezzato. Anche perché dal 2016 presta servizio volontario nel primo ambulatorio dentistico gratuito d’Italia per persone in gravi difficoltà economiche, aperto a Onara di Tombolo (Padova) dal Lions Club, in collaborazione con l’Usl Euganea e i Comuni.

In tale ambulatorio dodici medici e sette volontari hanno finora curato 250 pazienti. “Ma non si può fare il missionario h24, e quell’attività non è incompatibile con le visite a pagamento – spiega D’Amato, che ha anche l’abilitazione in Odontoiatria e lavora al Fisio & Sport dallo scorso settembre. Non sono inconciliabili nemmeno le due posizioni ideologiche. In libera professione posso continuare a seguire pazienti che ho assistito per anni e di cui conosco bene la storia clinica, rispondendo al bisogno, manifestato da nuovi utenti, di una visita, di una diagnosi, di una prescrizione in tempi rapidi”.

Aggiunge D’Amato: “Certo, è un’iniziativa nata anche dalla difficoltà del pubblico di assegnare a tutti i residenti il medico di famiglia. Io sono andato in pensione il 23 dicembre 2023, a 70 anni, e a gennaio è arrivata la proposta per i medici di poter restare nel servizio pubblico fino a 72 anni. Ormai è tardi per me, ma ci avrei riflettuto”.

Redazione Nurse Times

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