“Come preannunciato nel corso dell’ultimo incontro del tavolo con le organizzazioni sindacali della medicina generale, abbiamo deciso di prenderci la responsabilità unilaterale di prorogare tutti i contratti dei medici occupati nei Cau dell’Emilia-Romagna per non interrompere un servizio che sta funzionando e che, solo lo scorso anno, ha risposto alle richieste e ai bisogni di oltre 540mila cittadine e cittadini”. Così Massimo Fabi, assessore alla Salute della Regione Emilia-Romagna, annuncia la delibera di Giunta che proroga fino al 31 dicembre 2025 i contratti dei medici impiegati nei Cau, scaduti ieri.
“Questa decisione della Regione – aggiunge Fabi – permetterà di raggiungere un duplice obiettivo: da un lato, non chiudere un servizio che sta funzionando e rispondendo in maniera adeguata ai bisogni della cittadinanza; dall’altro, lavorare a una valutazione puntuale dei Cau attivi in Emilia-Romagna con lo scopo di migliorarne l’attività e il bilanciamento costi/benefici, avendo davanti un tempo congruo e mentre definiamo l’accordo integrativo regionale con i medici di medicina generale”.
Sempre Fabi: “Sono tre le tipologie di Cau su cui ci stiamo concentrando. Quelli che hanno sostituito Punti di primo intervento o pronto soccorso, che avevano un elevato livello di inappropriatezza perché erogavano prestazioni di bassa complessità, con personale medico specialista che deve invece essere utilizzato per le prestazioni di emergenza-urgenza e che hanno dato sicuramente i risultati migliori e andranno verso una conferma nell’attuale configurazione”.
E ancora: “Mi riferisco ai Cau aperti in prossimità dei pronto soccorso DEA di primo e secondo livello degli ospedali provinciali o distrettuali, con l’obiettivo di sgravarli dei codici bianchi e verdi, che non hanno avuto un risultato positivo univoco su tutto il territorio regionale e che andranno quindi rivalutati per rafforzarne la risposta. Infine ai Cau introdotti in luoghi dove precedentemente non c’erano né punti di primo intervento, né pronto soccorso, che sono destinati ad andare verso la riorganizzazione in aggregazioni funzionali territoriali all’interno delle case di comunità, come previsto dal DM 77, per ricondurre tutto a una gestione univoca nelle cure primarie”.
Conclude fabi. “L’obiettivo a cui tutti concorriamo è avere in Emilia-Romagna una sanità pubblica e universalistica, capace di garantire cure e assistenza adeguate. Con questo provvedimento assicuriamo la continuità e la presenza di medici che, senza il rinnovo, non sarebbero stati più operativi in un momento nel quale abbiamo invece bisogno di rafforzare la loro presenza”.
Redazione Nurse Times
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