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Diritto all’aborto, Governo impugna legge della Sicilia che obbliga ospedali pubblici ad assumere personale non obiettore

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Male patient having consultation with doctor or psychiatrist who working on diagnostic examination on men's health disease or mental illness in medical clinic or hospital mental health service center
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Il Governo italiano ha deciso di impugnare davanti alla Corte Costituzionale la recente legge della Regione Sicilia che prevede l’obbligo per gli ospedali pubblici di assumere medici e altro personale non obiettore di coscienza. Una legge che garantiva l’attuazione della Legge 194/1978, istitutiva del diritto di interruzione volontariamente della gravidanza.

La legge approvata dalla Regione Sicilia a fine maggio prevede che le aziende sanitarie e ospedaliere esperiscano concorsi dedicati a medici non obiettori e introduce l’obbligo per le stesse aziende di provvedere alla sostituzione del personale che cambiato idea una volta entrato in servizio.

Gli ospedali pubblici italiani sono in teoria obbligati a garantire l’accesso all’aborto, ma in pratica tale obbligo viene meno in caso di grande concentrazione di medici obiettori. E proprio la Sicilia è la regione con la percentuale più alta di ginecologi obiettori dopo il Molise, con un tasso del 81,5%.

La legge della Regione Sicilia “viola la Costituzione, perché non si può negare agli obiettori di partecipare ai concorsi”, dichiarano Raoul Russo e Carolina Varchi, rispettivamente capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Insularità al Senato e capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Giustizia alla Camera.

“L’obiezione di coscienza – proseguono il senatore e la deputata – rappresenta l’espressione più autentica della libertà personale, religiosa, morale e intellettuale. Per tale motivo apprendiamo favorevolmente l’impugnativa da parte del Consiglio dei ministri della legge che prevedeva l’assunzione negli ospedali pubblici di medici e altro personale non obiettore di coscienza”

E ancora: “La legge viola l’articolo 117 della Costituzione, che garantisce i principi di uguaglianza, di diritto di obiezione di coscienza, di parità di accesso agli uffici pubblici e in tema di pubblico concorso. La legge 194 del 1978 garantisce appieno tutti i diritti in campo, e in Sicilia non vi è alcun problema legato alla sua concreta applicazione. La legge impugnata da Roma, pertanto, ha un carattere strumentale”.

Redazione Nurse Times

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