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Diabete di tipo 2, tirzepatide riduce del 94% il rischio negli adulti obesi o in sovrappeso con pre-diabete

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Diabete di tipo 2: possibile trattarlo con potenziamento di cellule beta
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La notizia dei risultati di una ricerca sul farmaco per la perdita di peso spinge il titolo di Eli Lilly Wall Street. Uno studio clinico condotto dal colosso farmaceutico Eli Lilly ha rilevato che tirzepatide, principio attivo di un farmaco per la perdita di peso (Zepbound) e di un altro per il diabete (Mounjaro), riduce il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 del 94%, rispetto a un placebo, negli adulti obesi o in sovrappeso con pre-diabete.

Gli adulti che hanno assunto la dose settimanale più alta del farmaco hanno inoltre registrato una riduzione media del 22,9% del peso corporeo, rispetto al 2,1% di coloro che hanno ricevuto un placebo. Lo studio è durato quasi tre anni e mezzo (176 settimane) ed è stato seguito da un periodo di 17 settimane senza trattamento, durante il quale si è notato che i pazienti hanno iniziato a riprendere peso e registrato un aumento della progressione verso il diabete, pur mantenendo un rischio inferiore dell’88% di sviluppare la malattia.

Tirzepatide è un analogo dei recettori Gip e Glp-1, il che significa che la sua iniezione nell’organismo tramite Zepbound o Mounjaro imita i due ormoni intestinali Gip e Glp-1 prodotti naturalmente, che agiscono per ridurre l’assunzione di cibo e l’appetito. Il Gip può anche migliorare il modo con cui l’organismo scompone gli zuccheri e i grassi.

I risultati dello studio, che saranno presentati su una rivista specializzata e in una conferenza medica a novembre, arrivano al momento giusto per il mercato dei farmaci per la perdita di peso, poiché sia Eli Lilly che la rivale Novo Nordisk stanno spingendo per estendere l’uso dei loro farmaci contro obesità a condizioni correlate. Ciò contribuirebbe ad ampliare il bacino di pazienti e a ottenere una più ampia copertura assicurativa.

Redazione Nurse Times

Fonte: Milano Finanza

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