Roma, 17 gennaio – «Ecco il Nursind con il suo segretario nazionale Andrea Bottega, mi verrebbe da dire “novella Giovanna d’Arco,” che si frappone fra il Nursing Up e il datore di lavoro ARAN», esordisce così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, in replica alle recenti dichiarazioni di Bottega.
«Verrebbe da dire al Segretario Bottega:
- chi devi difendere?
- Perché rispondi proprio tu, tra i tanti sindacati che volevano firmare, a un confronto tra Nursing Up ed ARAN in cui non sei stato chiamato in causa?
- Perché ti senti tirato in ballo fino a questo punto?
- Perché sei tanto risentito?
Noi, nel difendere i diritti dei nostri iscritti e dei professionisti che rappresentiamo, e nel sostenere con coerenza le nostre scelte, siamo pronti ad un nuovo confronto con l’Aran, il datore di lavoro, ma solo con loro e non certo con con te che, in questo momento, sembri intento a leccarti le brutte ferite».
«Forse ti sei reso conto di aver dato il placet alla sottoscrizione di un contratto che metterebbe con le spalle al muro i professionisti sanitari?
Come puoi non renderti conto delle cifre irrisorie a cui sei di fronte? Come puoi non renderti conto che quei 170 euro, lordi, di cui si parla, sono solo una media, non altro che aria fritta?
Come puoi ignorare che gran parte di questi fondi sono già stati anticipati agli infermieri con l’indennità di vacanza contrattuale, e che quindi, riconteggiarli come nuovo aumento che deve entrare nelle loro tasche, è quanto meno ridicolo?».
«Come puoi non renderti conto che, se questo accordo, se fosse andato in porto, si sarebbero avallate e acuite divisioni enormi nelle categorie che rappresentiamo, e che sarebbe stato possibile accedere all’area elevata qualificazione solo agli infermieri con laurea di primo livello e 7 anni di servizio, negando tale possibilità a tutti gli altri?
E quindi alla maggioranza dei colleghi che lavorano negli ospedali italiani?
Stavi firmando un contratto, caro Bottega, che non includeva nemmeno il riconoscimento “di un tempo specifico” per l’ECM , cosa per noi oramai sacrosanta e doverosa. Te ne rendi conto?
Ti rendi conto di aver dichiarato di voler firmare una bozza di contratto che introduce ufficialmente la figura dell’assistente infermiere? Sei forse d’accordo con una scelta del genere, che per noi non farebbe altro che acuire le problematiche della professione infermieristica e la qualità dell’assistenza?
Riguardo alla strumentalizzazione sul nostro presunto ‘giorno di chiusura’, voglio chiarire le cose: noi abbiamo ricevuto l’ultima bozza da parte di ARAN il sabato sera, non ce l’hanno trasmessa nelle caselle email personali. Con la tua asserzione vorresti dire che gli uffici del Nursind sono aperti anche il sabato notte e la domenica ?
Ci fa piacere, ma questo potrebbe aprire ad alcuni problemi: sarà forse stato lo stress di dover leggere la bozza a notte inoltrata, che non ti ha fatto vedere che l’ARAN ha inserito, a sorpresa, l’assistente infermiere nel nuovo testo?
Noi, quel documento, quando lo abbiamo letto, lo abbiamo capito troppo bene, anche se all’alba del lunedì.
In definitiva, noi preferiamo concentrarci sul confronto con i datori di lavoro, per portare a casa, solo come esempio, la carriera infermieristica, ostetrica e quella delle altre professioni sanitarie verso l’area elevata qualificazione, e non parlo solo dei colleghi che possiedono una laurea, caro il mio Bottega.
Se non hai il coraggio di riconoscere, anche ai tuoi stessi iscritti, che stavi commettendo un errore madornale, vai pure avanti, ma dì pure la verità ai colleghi del pronto soccorso, e cioè che riceveranno in ogni caso le indennità loro destinate perché sono state stanziate dalla legge, il contratto è solo il passaggio finale, anche se forse, ai colleghi farà piacere sapere, invece, quale sindacato ha appoggiato esplicitamente, durante le trattative, il gioco delle tre carte di ARAN, e cioè il tentativo di togliere l’indennità di operatività in particolari servizi proprio a quei colleghi che avrebbero dovuto percepire le indennità per il pronto soccorso delle quali parli, e certo non stiamo parlando del Nursing Up che invece si è fermamente opposto.
La professione non avrebbe tratto nessun vantaggio da un contratto come questo. Torniamo al tavolo ARAN, per difendere, assieme, anche se portatori di idee e modalità differenti, la gente che rappresentiamo, e per ottenere un contratto concreto e dignitoso.
Noi, con coerenza, non ce la siamo sentita di infliggere l’ennesima pugnalata nella schiena a quei professionisti che, oggi, più che mai, caro Bottega, hanno bisogno di sindacati forti, che sappiano dire di no e non accettare compromessi», conclude De Palma.
Redazione Nurse Times
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