“Cgil, Uil e Nursing Up hanno fatto saltare il tavolo di trattativa per il rinnovo del CCNL della Sanità Pubblica, negando ai lavoratori e ai professionisti della sanità le conquiste ottenute in mesi di negoziato e di pressing su Governo e Parlamento. È una decisione grave che tocca direttamente le tasche di chi ogni giorno garantisce il diritto alla salute dei cittadini”. Lo dichiara, in una nota stampa, la CISL FP Nazionale, riferendosi alla mancata firma per il rinnovo del CCNL Sanità Pubblica, saltata in extremis per l’indisponibilità delle tre sigle sindacali.
Un NO a prescindere come lo è stato per la finanziaria, per il patto di coesione sociale, per il Contratto delle Funzioni Centrali dello Stato.
“Il contratto che stavamo per firmare avrebbe garantito aumenti stipendiali del 7%, pari a oltre 170 euro lordi al mese su 13 mensilità, insieme a ulteriori 90 euro annui pro capite per incrementare i fondi contrattuali. Tutte le indennità erano state rivalutate e aumentate grazie a specifici stanziamenti di legge, offrendo un concreto riconoscimento economico a chi lavora in prima linea. Inoltre, erano stati introdotti importanti strumenti per la sicurezza sul lavoro, come l’obbligo per le aziende di assumersi ogni onere di difesa legale in caso di aggressioni al personale.”
“Il contratto prevedeva anche misure significative per la qualità della vita lavorativa: il riconoscimento del buono pasto in smartworking, l’introduzione sperimentale della settimana corta, la proroga delle progressioni economiche in deroga e nuove tutele per il personale in età avanzata. Tra le conquiste più rilevanti, avevamo impedito la disapplicazione dell’OSS senior, ampliato l’accesso all’area EQ con la laurea triennale e garantito maglie più ampie per la libera professione extramuraria, oltre a garantire alle ostetriche le medesime indennità degli infermieri ” spiega la CISL FP.
“Con questa scelta, CGIL, UIL e Nursing Up, sottolinea Giovanni Zanini della Cisl Fp di Verona, oltre a ritardare i negoziati 2025-2027, hanno tolto soldi dalle tasche delle lavoratrici, dei lavoratori e dei professionisti per puro tatticismo, in vista delle RSU.
Con un governo di centro sinistra si poteva firmare anche con aumenti di 80 € nel contratto 2016-2018, ma con il centrodestra nessuna pietà.
Poi ci si lamenta perché lavoratrici e lavoratori scelgono di licenziarsi per passare a partita iva o per scegliere altri lavori maggiormente valorizzanti la professione o attività maggiormente gratificanti dal punto di vista economico. Pura strategia politica che avrà solo l’effetto di distruggere uno stato sociale già in forte affanno. Vadano ora in assemblea a spiegare ai lavoratori perché hanno negato gli aumenti, gli arretrati, le indennità e tutte le innovazioni normative conquistate con mesi di lavoro, giocando sulla pelle di 580 mila addetti del settore”.
Redazione Nurse Times
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