Estimated reading time: 4 minuti
A dirlo è Elio Rosati, segretario regionale dell’organizzazione civica.
“In riferimento a quanto è avvenuto e alla ricostruzione dei fatti che emerge dagli organi di stampa, non ci possiamo esimere dal promuovere azioni volte a tutelare i cittadini e i pazienti. Ci sono però alcune questioni che solleviamo e che, grazie al lavoro della magistratura, speriamo possano essere chiarite.
Le questioni oggetto di necessario approfondimento sono legate al tema dei controlli e degli accreditamenti, al tema dei trasporti dei dializzati, alla genesi di questa indagine.
Rapporto di fiducia
Pare di capire che tutto nasca da un imprenditore che, non avendo avuto grandi benefici in cambio di dazione di denaro, attiva la polizia giudiziaria. Un secondo imprenditore viene colto con le mani nel sacco insieme al medico indagato. Pare che stia dando ampio contributo alle indagini.
Allo stato delle cose non sappiamo se vi siano state segnalazioni e/o denunce da parte di pazienti. Questo è un elemento che colpisce ancora di più in quanto può evidenziare una “dipendenza” totale del paziente. Dipende dal medico, dalla sua equipe e dai percorsi che vengono proposti.
Tale situazione impone un cambiamento, un riequilibrio. È un bilanciamento non solo necessario ma indispensabile per rimediare a episodi odiosi. Questi incidono profondamente nel rapporto di fiducia con il servizio sanitario nazionale.
Più controlli
Ci sono stati negli anni tentativi di riscrivere norme che potevano garantire trasparenza, qualità e efficacia dei servizi di trasporto dei dializzati. Questi rappresentano un’importate voce di spesa nel settore. Anche qui sui controlli va fatto di più e meglio.
Tali tentativi per motivi i più diversi non sono mai andati in porto.
Probabilmente è necessario rimettere al centro dell’azione normativa anche questa voce. Bisogna farlo rapidamente.
Gli accreditamenti
Su poco più di 5.000 dializzati laziali il 32,7% viene trattato in strutture pubbliche a fronte del 67,3% che va nei centri accreditati.
È necessario alla luce di questi numeri procedere con una revisione costante delle strutture accreditate. Serve un aumento dell’offerta pubblica e un investimento sulla ricerca. Questo potrebbe, ad esempio, sviluppare terapie che ritardino il più possibile il ricorso alla dialisi.
Alla Regione Lazio che si è fatta parte attiva chiediamo la massima celerità. Bisogna mettere in pista una road map per il governo dei percorsi, per lavorare insieme nella ricostruzione della fiducia dei cittadini e degli operatori verso la sanità regionale. Inoltre, garantire servizi altamente professionali e rispondenti alle esigenze dei pazienti.
Restano dubbi e perplessità sulla vicenda in oggetto legate al sistema. Questo sembra aver operato indisturbato per anni. Le eventuali connivenze non sono credibili se si considera che tali modalità e numerosità siano frutto di un solo professionista e di qualche imprenditore. A risorse disponibili per episodi corruttivi, sicuramente da dimostrare in sede giudiziaria. Tuttavia, se confermati potrebbero rivelare flussi economici rilevantissimi per coloro che cercavano guadagni illeciti.
Il senso profondo, oltre allo sdegno, di questa vicenda è di un sentimento di onnipotenza. Questo riguarda i soggetti inquisiti e un ambiente che pare rassegnato a tale modus operandi.
E il danno apportato ad una comunità di operatori sanitari che lavorano in modo egregio sia nel pubblico che nel privato accreditato deve essere tutelato. È fondamentale evitare strumentalizzazioni ideologiche. Queste non fanno giustizia della qualità che esiste, nonostante questi gravissimi fatti, e che va promossa, curata e governata.
Per questo è necessario che tutte le parti sane della nostra società, istituzioni, operatori sanitari, associazioni di pazienti e organizzazioni civiche, insieme creino le condizioni. Devono fornire gli anticorpi e le soluzioni. Ciò per sostenere concretamente la legalità, la presa in carico e la solidarietà verso chi è più debole, più fragile, più bisognoso.
Redazione NurseTimes
Articoli correlati
- Roma, primario del Sant’Eugenio arrestato per corruzione legata alla gestione dei pazienti in dialisi
- Dialisi: il vissuto del paziente in un progetto di ricerca
- Roma, trapianto senza precedenti al Bambino Gesù
- NeXT. Tesi “La dialisi peritoneale automatizzata (APD) e il monitoraggio da remoto”
- La dialisi peritoneale: lo studio sul drop-out e ruolo dell’infermiere
- Unisciti a noi su Telegram https://t.me/NurseTimes_Channel
- Scopri come guadagnare pubblicando la tua tesi di laurea su NurseTimes
- Il progetto NEXT si rinnova e diventa NEXT 2.0: pubblichiamo i questionari e le vostre tesi
- Carica la tua tesi di laurea: tesi.nursetimes.org
- Carica il tuo questionario: https://tesi.nursetimes.org/questionari
Lascia un commento