Grande successo per il progetto editoriale denominato NExT (Nurse EXperimental Thesis) targato Nurse Times
Giunge al nostro indirizzo mail [email protected] il lavoro di tesi della dott.ssa Alessia Manca dal titolo “La dialisi peritoneale automatizzata (APD) e il monitoraggio da remoto come innovazione per un’assistenza infermieristica di qualità“, laureatasi presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma, nell’a.a. 2017 – 2018.
…di Alessia Manca
SCOPO DELLO STUDIO
La Dialisi Peritoneale Automatizzata (APD) è una terapia dialitica domiciliare che offre molti vantaggi ma nonostante ciò il suo utilizzo è a tutt’oggi molto scarso, probabilmente a causa di numerose barriere. Scopo del presente elaborato è quello di sintetizzare, analizzare ed elaborare le evidenze, proposte dalla letteratura, sulla Dialisi Peritoneale Automatizzata, confrontarla con il sistema Sharesource-Claira, per valutarne le ricadute in termini di aderenza alla terapia e di maggiore soddisfazione per il paziente e per gli operatori sanitari.
MATERIALI E METODI
E’ stata condotta una revisione della letteratura scientifica nelle principali banche dati: Pubmed, Cinhal, Biblioteca digitale Alessandro Liberati ASL Roma 1, sulla tecnica dell’APD (Automated Peritoneal Dialysis) standard e sull’utilizzo della telemedicina in APD (sistema Sharesource Monitoraggio da Remoto).
Sono stati selezionati articoli in lingua inglese e italiana comprensivi di abstract e pubblicati negli anni 2008-2018.
Le Key words utilizzate sono: APD vs Sharesource, Compliance and APD, Qdv and APD
RISULTATI
La letteratura ha messo in evidenza la natura delle barriere alla DP distinguendole in 4 punti: sociali: invecchiamento della popolazione, la distanza o difficoltà ad accedere al Centro; Fisiche: difficoltà all’autogestione da parte del paziente, condizioni critiche che richiedono un intenso follow-up; cognitiva: incapacità del paziente a perseverare nell’esecuzione della terapia; psicologiche: rifiuto all’autocura, depressione. Tali ostacoli possono essere superati adottando dei provvedimenti come per esempio il ricorso al caregiver e la telemedicina.
Dal confronto dell’APD tradizionale con l’APD Sharesource Claria abbiamo evidenziato una maggiore aderenza alla terapia, una riduzione dei costi indiretti e una maggiore soddisfazione per l’assistenza ricevuta da parte dei pazienti.
CONCLUSIONI
L’analisi da noi effettuata ha evidenziato dei risultati positivi con la tecnologia Sharesource. Essendo una tecnologia di recente introduzione, ha permesso di effettuare studi in un arco temporale breve (3-6 mesi), e su campioni di convenienza impedendo agli autori di attribuire una significatività statistica ai risultati ottenuti.
La letteratura disponibile è molto scarsa, e questo ci ha richiesto molto tempo per poterla reperire.
Sarebbe auspicabile in futuro eseguire altri studi su un campione più rappresentativo e soprattutto in un arco temporale maggiore per verificare l’effettivo mantenimento dei vantaggi della tecnologia.
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