Primi interventi in Europa dopo il via libera dell’Ue: il dispositivo evita l’operazione a cuore aperto e migliora la qualità della vita.
L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma segna un passo avanti nella cardiologia interventistica con l’impianto della “clessidra”, un innovativo dispositivo salvavita per il trattamento di gravi cardiopatie congenite. Dopo il via libera della Comunità Europea, sono stati eseguiti con successo i primi cinque interventi mininvasivi su pazienti con tetralogia di Fallot e disfunzione della valvola polmonare.
Cos’è la “clessidra” e come funziona?
Il dispositivo, tecnicamente noto come Alterra Adaptive Prestent, è composto da uno stent autoespandibile con una valvola polmonare al suo interno. Il suo scopo è ridurre il diametro dell’efflusso destro dilatato, permettendo l’inserimento di una valvola cardiaca standard. Questa nuova tecnica consente di trattare dilatazioni fino a 42-44 mm, mentre i dispositivi tradizionali si fermano a 29 mm.
Vantaggi della nuova tecnica mininvasiva
Secondo il dottor Gianfranco Butera, responsabile della Cardiologia interventistica del Bambino Gesù, questa innovazione rappresenta un cambiamento radicale:
- Evita l’intervento a cuore aperto, riducendo i rischi per i pazienti con cardiopatie congenite.
- Tempi di recupero ridotti, con dimissione in 2-3 giorni, rispetto alle lunghe degenze post-operatorie tradizionali.
- Maggiore durata rispetto alle valvole biologiche, con possibilità di aggiornamenti futuri senza nuove operazioni invasive.
- Aumento dei pazienti operabili dal 40% al 70-80%, rendendo il trattamento accessibile a un numero maggiore di persone.
Un nuovo standard per la cardiologia pediatrica
La prima applicazione della “clessidra” risale a giugno 2023, quando fu impiantata su una ragazza di 21 anni in modalità compassionevole. Ora, con l’autorizzazione Ue, il Bambino Gesù si conferma un punto di riferimento internazionale per il trattamento della tetralogia di Fallot, con specialisti da Dublino, Monaco e Varsavia presenti agli interventi. Questa tecnica rivoluzionaria apre la strada a una migliore qualità di vita per i pazienti con cardiopatie congenite, riducendo le complicazioni e semplificando la gestione della malattia.
Redazione Nurse Times
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