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Analisi approfondita dei nuovi profili di Assistente Infermiere e OSS che ridefiniscono l’assistenza

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Assistente infermiere, appello Cnai alle istituzioni: "Fermate tutto!"
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Pubblicati in Gazzetta Ufficiale i DPCM che istituiscono una figura intermedia e aggiornano il ruolo dell’Operatore Socio-Sanitario, con impatti significativi su formazione, carriere e qualità dell’assistenza.

Le novità cruciali per il Sistema Sanitario Italiano

Il 21 giugno 2025, la Gazzetta Ufficiale (Serie Generale n. 142) ha segnato un momento cruciale per il sistema sanitario italiano con la pubblicazione di due Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM). Questi provvedimenti, datati rispettivamente 28 febbraio 2025 e 25 marzo 2025, recepiscono accordi fondamentali stipulati il 3 ottobre 2024 tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano. Il DPCM del 28 febbraio 2025 sancisce l’istituzione del nuovo profilo professionale di “Assistente Infermiere”, una figura destinata a ricoprire un ruolo intermedio nell’assistenza.

Parallelamente, il DPCM del 25 marzo 2025 apporta una revisione profonda al profilo dell’Operatore Socio-Sanitario (OSS), aggiornando e ridefinendo il ruolo istituito originariamente nel 2001.

Queste modifiche normative non sono semplici aggiustamenti amministrativi, ma rappresentano una risposta strategica e di lungo termine alle crescenti e mutevoli esigenze del sistema sanitario. I decreti stessi sottolineano la necessità di rispondere in maniera differenziata ai crescenti bisogni di salute della popolazione, alle profonde modificazioni nelle realtà organizzative, clinico-assistenziali e sociali, e all’impatto dell’emergenza pandemica da COVID-19.

Si riconosce, inoltre, che l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle multimorbidità e cronicità richiedono lo sviluppo di nuove competenze e abilità degli operatori. L’obiettivo primario è integrare modelli organizzativi innovativi e garantire una risposta più efficace e differenziata alle esigenze assistenziali attuali, superando le limitazioni del profilo OSS precedente.

L’introduzione di un nuovo ruolo più specializzato e la ridefinizione di una figura già esistente indicano una chiara intenzione di creare una forza lavoro sanitaria più adattabile ed efficiente. Questo permetterà di gestire un più ampio spettro di bisogni dei pazienti e di ottimizzare l’allocazione del personale altamente qualificato, come gli infermieri, a compiti più complessi. Queste normative ridefiniscono ruoli e percorsi formativi, promettendo di ottimizzare la gestione del personale e migliorare la qualità dell’assistenza su tutto il territorio nazionale, rappresentando un passo significativo verso un sistema sanitario più resiliente e orientato al futuro.

L’Assistente Infermiere: una nuova figura strategica nell’assistenza

Il DPCM del 28 febbraio 2025 istituisce la figura dell’Assistente Infermiere, definendola come un “operatore di interesse sanitario” ai sensi della Legge 1° febbraio 2006, n. 43, art. 1, comma 2. Questo professionista è incaricato di svolgere attività dirette alla persona, fornendo assistenza sanitaria diretta e supporto gestionale, organizzativo e formativo. La figura si colloca in una posizione intermedia tra l’Operatore Socio-Sanitario (OSS) e l’Infermiere, operando in stretta collaborazione con quest’ultimo e seguendo le sue indicazioni e la pianificazione assistenziale. Le attività dell’Assistente Infermiere sono caratterizzate da bassa discrezionalità decisionale ed elevata standardizzazione, e l’operatore è responsabile della corretta esecuzione delle attività svolte.

Come diventare Assistente infermiere

Per accedere al corso di Assistente Infermiere, è indispensabile possedere la qualifica di Operatore Socio-Sanitario (OSS) o titoli equipollenti. Sono previsti due percorsi di accesso distinti: gli OSS in possesso di un diploma di scuola secondaria di secondo grado (quinquennale) devono aver maturato almeno 24 mesi di esperienza professionale come OSS.

Per gli OSS sprovvisti di diploma, è richiesta un’esperienza lavorativa di almeno 5 anni nella qualifica, integrata da un modulo teorico propedeutico aggiuntivo di almeno 100 ore, che si concentra su abilità logico-matematiche, comprensione del testo, scrittura sintetica e conoscenze scientifico-biologiche. Il percorso formativo ha una durata complessiva non inferiore a 500 ore, distribuite in un periodo tra i 6 e i 12 mesi, e comprende almeno 200 ore di moduli didattici teorici, un minimo di 280 ore di tirocinio e almeno 20 ore di esercitazioni/simulazioni. La definizione del fabbisogno e l’organizzazione dei corsi sono di competenza delle Regioni e delle Province autonome.

Dove opera l’assistente infermiere

L’Assistente Infermiere opera in una vasta gamma di contesti, inclusi ambienti territoriali e ospedalieri, sanitari, socio-sanitari e sociali, servizi residenziali, semi-residenziali, diurni, a domicilio e strutture per la disabilità. Le sue attività sono rivolte a persone adulte con problemi di salute prevalentemente cronici, acuti in condizioni di stabilità clinica, disabilità, disturbi di salute mentale e dipendenza patologica, coprendo tutte le fasi della vita, inclusa la terminalità.

Le competenze dell’AI

Le competenze chiave, svolte su indicazione infermieristica o tramite pianificazione assistenziale, includono la rilevazione e registrazione di parametri vitali (frequenza cardiaca, respiratoria, temperatura, pressione arteriosa), saturazione di ossigeno e dolore (anche con scale validate), l’esecuzione di ECG, la rilevazione di parametri tramite puntura capillare e l’uso di dispositivi Point-of-Care (POCT).

L’Assistente Infermiere è anche abilitato a svolgere attività assistenziali sanitarie come la somministrazione di nutrizione enterale (in stabilità clinica), la medicazione di gastrostomie stabilizzate, l’aspirazione di secrezioni oro-faringee/naso-faringee, la medicazione e pulizia di cannule tracheostomiche (in stabilità), e la cura di stomie stabilizzate.

Può preparare e somministrare farmaci per via naturale e, sotto supervisione infermieristica, per via intramuscolare e sottocutanea, oltre ad applicare dispositivi per ossigenoterapia. Collabora attivamente con l’infermiere e l’équipe multidisciplinare, partecipando a riunioni di team e alla definizione di strumenti operativi.

Abolizione dell’Oss con formazione complementare

La creazione del profilo di Assistente Infermiere rappresenta la formalizzazione e la standardizzazione di un livello intermedio di assistenza che in precedenza era gestito in modo meno strutturato, ad esempio attraverso la figura dell’OSS con formazione complementare, ora abrogata. Questo passaggio indica una chiara volontà di ottimizzare la divisione dei compiti e delle competenze all’interno del team assistenziale. La formalizzazione mira a migliorare la coerenza dell’assistenza, la chiarezza dei ruoli e, potenzialmente, la sicurezza del paziente, assicurando che competenze specifiche siano ufficialmente riconosciute e regolamentate.

Questo permette agli infermieri di concentrarsi su attività più complesse e gestionali, garantendo al contempo un supporto qualificato per le attività sanitarie dirette a bassa discrezionalità.

Tuttavia, l’abolizione della figura dell’OSS con formazione complementare (il cosiddetto “OSS senior”) e l’introduzione dell’Assistente Infermiere come nuovo profilo distinto, pur riconoscendo l’equipollenza per gli OSS con formazione pregressa (con obbligo di un aggiornamento di 30 ore entro tre anni), crea una discontinuità nei percorsi di carriera consolidati. Questo impone una necessità di riqualificazione per una parte della forza lavoro esistente e definisce un nuovo, più rigido, percorso di avanzamento professionale per gli OSS di base, senza prevedere passaggi automatici o facilitati verso la nuova figura, come evidenziato dalla UIL FPL. Ciò potrebbe generare sfide nella gestione della transizione e nella soddisfazione professionale degli operatori.

L’Operatore Socio-Sanitario (OSS): un profilo rinnovato per nuove esigenze

Il profilo dell’Operatore Socio-Sanitario, istituito nel 2001, è stato oggetto di una profonda revisione a causa delle “profonde modificazioni nelle realtà organizzative, clinico-assistenziali e sociali” e dell’emergenza COVID-19, che hanno reso il profilo precedente “insufficiente a rispondere al soddisfacimento dei bisogni attuali”. La revisione mira a garantire una maggiore uniformità dei contenuti formativi a livello nazionale e a rispondere alle variazioni nella domanda di salute legate all’invecchiamento e alla multimorbidità. Il DPCM del 25 marzo 2025 abroga l’Accordo del 2001 e, di fatto, elimina la figura dell’OSS con formazione complementare, assorbendo le sue competenze nella nuova figura dell’Assistente Infermiere.

L’Operatore Socio-Sanitario (OSS) è ora definito come un “operatore di interesse sanitario” (Legge 1° febbraio 2006, n. 43, art. 1, comma 2) che svolge attività finalizzate a soddisfare i bisogni primari e a favorire il benessere e l’autonomia delle persone assistite in ambito sanitario, socio-sanitario e sociale. L’OSS collabora con il professionista sanitario o sociale di riferimento e si integra con altri operatori, attenendosi alla pianificazione e alle attribuzioni di attività dirette alla persona da parte dei professionisti responsabili. L’OSS è responsabile della corretta esecuzione delle attività attribuite e può realizzare in autonomia le attività a elevata standardizzazione, svolte in maniera ricorrente o inserite in piani assistenziali standard.

Modalità d’accesso alla formazione dell’Oss

Per accedere ai corsi OSS è richiesto il compimento del 18° anno di età e il possesso del diploma del primo ciclo di istruzione (licenza media). La durata complessiva del corso è di almeno 1000 ore, da svolgersi in un periodo non inferiore a 9 mesi e non superiore a 18 mesi. Il corso è strutturato in due moduli: un modulo di competenze di base di almeno 200 ore di teoria (orientamento, motivazione, conoscenze di base) e un modulo di competenze professionalizzanti di almeno 800 ore, che include 250 ore di teoria, 100 ore di esercitazioni/laboratori e 450 ore di tirocinio. Almeno 150 ore di tirocinio devono essere svolte in contesti sanitari. Anche per l’OSS, la formazione è di competenza delle Regioni e delle Province autonome.

Dove opera l’oss

L’OSS opera in contesti sanitari, socio-sanitari e socio-assistenziali, inclusi ospedali, distretti, territori, residenze, semi-residenze, scuole, strutture penitenziarie, psichiatriche, ambulatori e a domicilio.

Le competenze

Le sue competenze chiave includono il supporto nel soddisfacimento dei bisogni di base e nelle attività di vita quotidiana (igiene, alimentazione, mobilizzazione), la garanzia di igiene, sicurezza e comfort degli ambienti (prevenzione infezioni, gestione rifiuti, sicurezza sul lavoro). Svolge anche attività assistenziali sanitarie e socio-assistenziali come la predisposizione di materiali e ausili, l’utilizzo di apparecchi elettromedicali semplici, il prelievo di campioni biologici non invasivi e la rilevazione di parametri vitali. Collabora strettamente con professionisti sanitari e sociali e opera in team.

Formazione obbligatoria per gli Oss

Gli OSS sono ora obbligati a frequentare eventi formativi di aggiornamento per almeno un’ora per ogni mese lavorato nell’anno di riferimento, con possibilità di completamento nel triennio successivo. Le qualifiche OSS acquisite prima del 2025 (ai sensi dell’Accordo del 2001) sono equipollenti alla nuova qualifica. I corsi già autorizzati prima dell’entrata in vigore del DPCM possono essere completati, ma le nuove disposizioni dovranno trovare applicazione entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore.

La revisione del profilo OSS, così come l’istituzione dell’Assistente Infermiere, risponde alle crescenti e mutate esigenze del sistema sanitario. Il focus sui “bisogni primari” e sull’autonomia, unito all’ampliamento degli ambiti operativi (che ora includono scuole, strutture penitenziarie e il domicilio), indica la volontà di rendere l’OSS una figura ancora più versatile e capillare. Questo permette all’OSS di supportare l’assistenza in contesti diversi e meno tradizionali, alleggerendo il carico su altre professioni sanitarie e contribuendo a un modello di cura più orientato alla comunità e alla presa in carico completa del paziente.

Di seguito, una tabella comparativa sintetica dei due profili:
VoceOSS (revisionato)Assistente Infermiere (AI)
DPCM di riferimento25 marzo 202528 febbraio 2025
Requisiti di accessoLicenza media, >= 18 anniQualifica OSS + diploma e 24 mesi esperienza oppure OSS + 5 anni esperienza + 100h propedeutiche
Durata corso1000 ore (9-18 mesi)500 ore (6-12 mesi)
Struttura formativa200h base + 800h prof. (250h teoria, 100h laboratorio, 450h tirocinio)200h teoria, 280h tirocinio, 20h esercitazioni
Ambiti di lavoroSocio-sanitario, ospedaliero, domiciliare, residenziale, scolastico, penitenziarioSanitario, socio-sanitario, territoriale, residenziale, domiciliare
CompetenzeIgiene, mobilizzazione, alimentazione, rilevazione parametri baseParametri avanzati (ECG, POCT), somministrazione farmaci (sotto supervisione), gestione stomie/tracheostomie
Rapporto con l’infermiereAutonomia nelle attività  standardizzate, collaborazione generaleEsecuzione su indicazione infermieristica, limitata discrezionalità
Aggiornamento obbligatorio1h/mese lavorato1h/mese lavorato
Equipollenza titoli pregressiOSS (Accordo 2001) riconosciutoOSS con formazione complementare (Accordo 2003) equipollente con aggiornamento 30h
Implicazioni e prospettive per il futuro del Sistema Sanitario Italiano

L’introduzione dell’Assistente Infermiere e la revisione del profilo OSS avranno un impatto significativo sull’organizzazione dei team assistenziali e sulla gestione del personale. L’obiettivo principale è una maggiore efficienza attraverso la delega di attività standardizzate e a bassa discrezionalità, liberando gli infermieri per compiti più complessi e specialistici. Questo può portare a una migliore distribuzione del carico di lavoro e a un’ottimizzazione delle risorse umane nel settore sanitario.

Per gli Operatori Socio-Sanitari, il nuovo profilo di Assistente Infermiere rappresenta una chiara opportunità di avanzamento professionale, offrendo un percorso di specializzazione e crescita all’interno della stessa area assistenziale. Tuttavia, è importante notare che tale avanzamento richiede un percorso formativo aggiuntivo e non prevede passaggi automatici per gli OSS già in servizio. Per il sistema sanitario nel suo complesso, queste nuove figure aprono nuove possibilità per colmare le carenze di personale e rispondere in modo più mirato alle esigenze assistenziali, in particolare nella gestione di pazienti con patologie croniche e della popolazione anziana, settori in costante crescita.

La “clausola di invarianza finanziaria“

Un aspetto cruciale di entrambi i DPCM è la “clausola di invarianza finanziaria” (Art. 23 per l’OSS e Art. 24 per l’Assistente Infermiere), che stabilisce che l’attuazione delle disposizioni “non comporta nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. I corsi di formazione potranno essere finanziati tramite risorse esistenti, oneri a carico dei soggetti fruitori (gli studenti stessi) o una combinazione delle due modalità.

L’inserimento degli Assistenti Infermieri nelle organizzazioni sanitarie dovrà avvenire “nell’ambito dei rispettivi piani dei fabbisogni e nel rispetto della legislazione vigente in materia di spesa del personale”.

Questa modalità di finanziamento, che sposta l’onere dei corsi di formazione sui singoli individui o sulle risorse regionali esistenti, potrebbe creare significative disparità nell’accesso alla formazione. Ciò potrebbe limitare la capacità del sistema di formare rapidamente il numero necessario di nuovi professionisti e rischia di creare barriere economiche per gli OSS che intendono avanzare nella carriera, influenzando negativamente l’equità e la velocità di implementazione delle riforme.

Le Regioni e le Province autonome dovranno ora adeguare i propri ordinamenti e definire i criteri per la programmazione del fabbisogno, l’organizzazione dei corsi e le prove di ammissione. Questa forte delega alle Regioni, se da un lato permette un adattamento alle specificità locali, dall’altro introduce il rischio di disomogeneità nella qualità e nei contenuti della formazione tra le diverse regioni. Tale variabilità potrebbe ostacolare la piena standardizzazione delle competenze a livello nazionale e creare frizioni nella mobilità dei professionisti, rendendo più complessa l’applicazione uniforme delle nuove figure e potenzialmente influenzando la percezione della qualità delle competenze acquisite.

Sarà fondamentale un attento monitoraggio sull’applicazione delle nuove normative per evitare abusi o utilizzi impropri dei profili, come sottolineato anche dalla UIL FPL, che ha espresso una “non firma” all’accordo sull’assistente infermiere, definendolo una “scelta imposta che indebolisce l’intero sistema sanitario”. Nonostante l’attestato di qualifica sia valido su tutto il territorio nazionale , le possibili difformità regionali nella formazione potrebbero creare sfide per la piena armonizzazione delle competenze e la mobilità dei professionisti.

Redazione NurseTimes

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