Riceviamo e pubblichiamo una nota di Antonio Squarcella, segretario nazionale del sindacato SHC OSS.
In risposta all’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Guido Bertolaso (vedi articolo NurseTimes “La Lombardia si affida all’assistente infermiere”), ribadiamo con fermezza la nostra contrarietà alla creazione di nuove figure sanitarie, come il cosiddetto super oss e l’assistente infermiere, proposte che non risolvono la carenza di personale, ma minano la qualità dell’assistenza e svalutano due professioni essenziali: gli operatori socio-sanitari (oss) e gli infermieri.
1. Un attacco alla professionalità di oss e infermieri
Il sistema sanitario non ha bisogno di scorciatoie per risparmiare sul personale, ma di investimenti strutturali e contratti dignitosi. L’istituzione dell’assistente infermiere è solo un tentativo di colmare la fuga degli infermieri senza affrontarne le cause reali: stipendi bassi, turni massacranti e condizioni di lavoro insostenibili.
L’assistente infermiere compromette la qualità dell’assistenza: si tratta di una figura ibrida, con una formazione superficiale di poche centinaia di ore, che si troverà a svolgere mansioni affidate oggi a infermieri e oss qualificati. Questa scelta non migliorerà la sanità, ma la renderà più precaria e meno sicura per i pazienti.
Il super oss è un pasticcio burocratico: invece di riconoscere e potenziare il ruolo degli oss con una formazione più strutturata, si vuole creare un livello intermedio che confonde le competenze e riduce i costi, a discapito della qualità del servizio.
2. Nessuna copertura assicurativa per gli oss: un vuoto normativo inaccettabile
Un altro problema gravissimo e spesso ignorato è l’assenza di una copertura assicurativa adeguata per gli oss. Questo vuoto normativo espone migliaia di lavoratori a rischi legali e professionali inaccettabili. Chiediamo che il ministero della Salute intervenga subito per garantire agli oss la stessa tutela assicurativa riconosciuta ad altre professioni sanitarie. Non è accettabile che chi opera quotidianamente accanto ai pazienti debba lavorare senza garanzie adeguate.
3. La soluzione non è creare nuove figure, ma dare valore a quelle esistenti
Per risolvere realmente il problema della carenza di personale, servono azioni concrete: aumentare gli stipendi e migliorare le condizioni lavorative degli infermieri. La precarietà del settore sta spingendo i professionisti verso il privato o all’estero. Serve un cambio di rotta immediato.
Valorizzare e potenziare gli oss con una formazione adeguata: anziché creare figure ibride, si dovrebbe migliorare il percorso attuale degli oss, riconoscendone le competenze con specializzazioni chiare e certificate.
Garantire una copertura assicurativa agli oss: è inaccettabile che questi professionisti siano lasciati senza tutele adeguate. Chiediamo l’introduzione di una polizza assicurativa obbligatoria per proteggere gli oss nello svolgimento delle loro mansioni.
Bloccare la deriva della dequalificazione sanitaria: l’assistente infermiere non può diventare un pretesto per sostituire infermieri e oss con personale meno formato e meno pagato. Questo avrebbe un impatto devastante sulla sicurezza dei pazienti.
4. Basta con i tagli: serve una sanità forte e stabile
Dire NO a queste nuove figure non significa essere contrari al cambiamento, ma rifiutare un modello che mira solo al risparmio economico a discapito della qualità dell’assistenza. Gli infermieri e gli oss sono già figure altamente specializzate: non servono nuove professioni improvvisate, ma più tutele e migliori condizioni di lavoro. Chi oggi propone queste soluzioni sta cercando di coprire un fallimento politico e gestionale che ha portato il nostro sistema sanitario al collasso.
La sanità non si riforma con scorciatoie, ma con investimenti seri e concreti. Come sindacato SHC, continueremo a lottare per una sanità pubblica efficiente, equa e di qualità, difendendo il lavoro e la dignità degli operatori socio-sanitari e degli infermieri. Chiediamo che il ministero della Salute e le Regioni abbandonino queste strategie fallimentari e aprano un confronto serio con chi ogni giorno lavora per garantire la salute dei cittadini. No alla dequalificazione, sì alla valorizzazione!
Redazione Nurse Times
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