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Ambulanze demedicalizzate, Procaccini (Opi Benevento) replica a Barone (Lega): “Rettifichi quanto detto, per rispetto degli infermieri”

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Ambulanze demedicalizzate, Procaccini (Opi Benevento) replica a Barone (Lega): "Rettifichi quanto detto per rispetto degli infermieri"
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Non si placa la polemica innescata dalle parole di Luigi Barone, responsabile nazionale della Coesione Territoriale e Zes della Lega Salvini Premier, che nei giorni scorsi ha criticato la scelta dell’Asl Beneventio di demedicalizzare le ambulanze. Dopo Andrea Andreucci (Siiet) e Luigi Baldini (Enpapi), è intervenuto sull’argomento anche Massimo Procaccini, presidente di Opi Benevento. Di seguito le sue dichiarazioni.

Si parla da mesi di emergenza/urgenza del 118 e della presenza del medico a bordo delle ambulanze, talvolta sminuendo la professionalità dell’infermiere addetto all’emergenza. Voglio ricordare, come già fatto in precedenza, che la formazione degli infermieri avviene in ambito universitario con il conseguimento di una laurea triennale in Infermieristica abilitante alla professione. Inoltre è possibile continuare gli studi e conseguire una laurea magistrale.

Chi è addetto all’emergenza/urgenza sanitaria consegue, il più delle volte, master in area critiche e nell’emergenza e segue corsi specifici sull’emergenza BLSD, ILS, PTC, ALS. A questo si aggiunge una formazione continua post-base con corsi di aggiornamento di educazione continua in medicina, e non da meno l’infermiere ha esperienza maturata in tanti anni nell’ambito dell’emergenza/urgenza.

La riorganizzazione del sistema 118 sannita si è resa necessaria per la carenza di personale addetto all’emergenza, arginata grazie a un sistema ormai riconosciuto a livello internazionale di multiprofessionalità, legata ovviamente alla migliore formazione per garantire la qualità del servizio.

Nonostante la carenza cronica di personale sanitario e gli scarsi esiti del concorso, la Asl è riuscita a riorganizzare il servizio, rendendo disponibili più postazioni pronte a fronteggiare l’emergenza e valutare la riposta sanitaria più appropriata con l’implementazione del servizio, con utilizzo di algoritmi clinico assistenziali per i mezzi di soccorso infermieristici del servizio di emergenza territoriale condivisi con il personale medico.

Voglio precisare che non vi è nessun conflitto tra le varie professionalità che lavorano per rispondere ai bisogni di salute dei cittadini, che sono sempre più complessi, e ben venga la sinergia professionale tra i vari professionisti medici, infermieri, altre figure sanitarie, ognuno per le proprie competenze specifiche. Questo sinergia garantisce una risposta sanitaria adeguata e assicura che i pazienti ricevano il livello di assistenza adeguato alla loro situazione specifica.

Il messaggio che non deve passare è che il cittadino è abbandonato o addirittura, come detto qualche giorno fa da Luigi Barone (Lega), “Infermieri in ambulanza senza medico? Significa condannare i pazienti a morte certa”.

La letteratura scientifica dimostra il contrario. Questo significa creare inopportuni allarmismi e preoccupazione tra la popolazione sannita. Purtroppo, dalle parole sopra riportate, emerge un generico e immotivato fattore di rischio per il cittadino che chiama i soccorsi, nel caso sull’ambulanza non ci fosse un medico. Così come al triage del pronto soccorso è un infermiere, e non un medico, a valutare il paziente che vi accede. Fornire informazioni corrette è il miglior modo per evitare anche aggressioni al personale sanitario.

Invito pertanto il rappresentante della Lega, Luigi Barone, a rettificare quanto detto nel rispetto degli infermieri che giornalmente lavorano nelle tante difficolta, con professionalità, competenza curando e assistendo i nostri concittadini.

In qualità di presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Benevento, ente sussidiario dello Stato, ci rendiamo disponibili a collaborare con le istituzioni al fine di garantire le migliori e le più appropriate risposte ai bisogni di salute dei nostri cittadini. Inoltre chiediamo, considerato un maggior impegno profuso e aumentata responsabilità richiesti nella riforma del sistema del 118, un’indennità aggiuntiva per gli infermieri che saranno coinvolti nel nuovo piano assistenziale.

Comprendiamo le difficolta dell’attuale sistema sanitario, rispetto al quale, come detto innanzi, l’infermiere quotidianamente lavora in tutti i setting assistenziali con professionalità e abnegazione, e proprio per tale ragione non vorremmo essere “tirati” per la giacca da nessuno, ancor più se per motivi di vanagloria politica.

Redazione Nurse Times

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