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Olimpiadi Milano-Cortina 2026: cercansi infermieri volontari (e non è uno scherzo)

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APSS Trento riceve domande via PEC fino al 20 novembre: medici, infermieri, fisioterapisti, OSS e autisti per Predazzo, Tesero, Cavalese e Trento

La notizia è semplice, e per molti versi paradossale: l’Azienda provinciale per i servizi sanitari (APSS) di Trento ha pubblicato un avviso per reclutare medici, infermieri e altri professionisti sanitari come volontari per le gare di Predazzo e Tesero e per gli «ospedali olimpici» di Cavalese e Trento. Le candidature devono arrivare esclusivamente via PEC entro il 20 novembre. 

“Anche i professionisti della salute potranno entrare nella storia dello sport mondiale come volontari…” scrive l’APSS nell’avviso, offrendo la possibilità di cooperare con la macchina sanitaria dei Giochi. 

È una bella occasione sul piano sportivo e professionale — ma la frase suona un po’ come un invito a tappare un buco: l’Italia, e in particolare il Servizio sanitario nazionale, convive da anni con una carenza strutturale di infermieri e personale sanitario. I dati più recenti mostrano che il rapporto infermieri/abitante è inferiore alla media europea e che le stime prevedono decine di migliaia di professionisti mancanti se non si interviene su formazione, reclutamento e condizioni di lavoro.  

Cosa richiede l’avviso

Garanzie: copertura assicurativa, pasti durante il servizio e rimborso spese di trasferimento; alloggio per i non residenti potenzialmente disponibile. 

Profili: medici specializzati in emergenza-urgenza, anestesia, ortopedia, medicina dello sport, oculistica, odontoiatria, urologia, dermatologia, ostetricia e ginecologia, psichiatria; oltre a fisioterapisti, infermieri, igienisti dentali, OSS, assistenti di studio odontoiatrico e autisti di ambulanza.  

Quando: il Villaggio Olimpico sarà operativo dal 27 gennaio al 18 marzo 2026; le Olimpiadi dal 31 gennaio al 22 febbraio, le Paralimpiadi dal 4 al 15 marzo. I volontari copriranno turni organizzati (max 12 ore) in moduli da 3 a 6 giorni.  

Il contesto: perché la chiamata mette in imbarazzo (e perché è invece comprensibile)

Negli ultimi anni il tema carenza infermieri è stato ripetuto da rapporti istituzionali e da sindacati: l’Italia si colloca sotto la media OCSE/UE per numero di infermieri per 1.000 abitanti e le proiezioni parlano di decine di migliaia di professionisti da reintegrare per garantire i LEA e i servizi ospedalieri ordinari. In questo scenario, la richiesta di volontari per un evento mondiale genera due reazioni ovvie: orgoglio (aiutare agli eventi di portata globale) e perplessità (chi cura gli ospedali quando il personale manca?).

Questa dicotomia è parte della cronaca italiana degli ultimi anni: grandi eventi e progetti straordinari convivono con emergenze ordinarie in ospedale. È legittimo chiedersi — senza cinismo ma con realismo — se la promozione del volontariato sia anche una risposta di contingenza a problemi strutturali della sanità pubblica. 

La domanda va presentata entro il 20 novembre 2025 esclusivamente online via PEC.

Redazione NurseTimes

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