Il Cdm approva il ddl: responsabilità penale per i medici limitata alla colpa grave, con riferimento a carenze di risorse ed emergenze (Testo in allegato)
Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di disegno di legge-delega che riforma le professioni sanitarie e introduce, in modo strutturale, il cosiddetto scudo penale: i medici saranno perseguibili penalmente solo nei casi di colpa grave quando si siano attenuti a linee guida o buone pratiche clinico-assistenziali. Questa novità interessa direttamente il settore della sanità, gli ospedali e la pratica quotidiana di medici e infermieri, con possibili ripercussioni su medicina difensiva, contenziosi e organizzazione ospedaliera.
Cosa prevede il testo approvato
Il testo del ddl stabilisce che «quando l’esercente la professione sanitaria si attiene alle linee guida come definite e pubblicate ai sensi di legge o alle buone pratiche clinico-assistenziali … è punibile solo per colpa grave». Nel valutare la sussistenza e il grado della colpa, il giudice dovrà tenere conto anche di fattori organizzativi e contestuali: scarsità di risorse umane e materiali non evitabili, carenze organizzative, limitatezza o contraddittorietà delle conoscenze scientifiche, complessità della patologia, ruolo nel lavoro multidisciplinare e situazioni di urgenza o emergenza.
Questa formulazione punta a bilanciare due obiettivi: ridurre la medicina difensiva — ovvero esami e procedure prescritti per tutelare il clinico dal contenzioso — e preservare il diritto dei cittadini al risarcimento in sede civile quando sussistano reali responsabilità. Il Governo indica inoltre che la delega contiene misure più ampie per il rafforzamento del personale sanitario e la formazione (con scadenze operative affidate al Governo).
Dichiarazioni ufficiali e reazioni delle rappresentanze
I ministri competenti hanno commentato che la norma non lede il diritto dei cittadini al giusto risarcimento ma mira a «restituire serenità» ai professionisti sanitari e a limitare gli effetti negativi della medicina difensiva. Fonti del Governo e il comunicato del Consiglio dei Ministri riportano tale posizione istituzionale.
La FNOMCeO (Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri) ha espresso apprezzamento per l’intervento ritenuto necessario dalla categoria, mentre organizzazioni sindacali e associazioni di pazienti hanno chiesto chiarimenti su definizione e confini normativi della «colpa grave» e garanzie procedurali.
Contesto, numeri e impatto sulla medicina difensiva
La proposta arriva in un contesto in cui la medicina difensiva è stimata incidere in modo rilevante sui costi del Servizio sanitario nazionale: stime consolidate indicano una voce di spesa aggiuntiva nell’ordine di circa 10–11 miliardi di euro l’anno attribuita a pratiche difensive. Inoltre, indagini di categoria segnalano che una quota significativa di medici ha avuto esperienze di denunce, anche se la maggior parte delle azioni penali si conclude con proscioglimenti. Questi dati supportano la tesi del Governo secondo cui una tutela più chiara sui profili penali potrebbe ridurre atti clinici superflui e alleggerire i contenziosi.
Punti critici e questioni aperte
Definizione di «colpa grave»: il testo non entra nei dettagli operativi (criteri precisi, casi esemplificativi), elemento che sarà centrale nel passaggio parlamentare e nella redazione dei decreti attuativi.
Tutela del paziente: restano aperte domande su come la nuova norma influirà sull’accesso al risarcimento e sui tempi dei procedimenti civili; gli operatori legali segnaleranno la necessità di bilanciare garanzie processuali.
Ruolo delle linee guida: per godere della tutela, l’adesione a linee guida «definite e pubblicate ai sensi di legge» sarà cruciale — ciò pone l’accento sulla qualità, aggiornamento e diffusione delle indicazioni cliniche.
Redazione NurseTimes
Fonti:
Allegato
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