La Facoltà di Medicina dell’Università di Sassari pubblica un bando per incarichi didattici non retribuiti nei corsi di infermieristica e ostetricia; proteste su riconoscimento, retribuzione e demansionamento della professione sanitaria
L’Università degli Studi di Sassari ha pubblicato un Bando per affidamenti (a titolo gratuito) di incarichi didattici per l’A.A. 2025/2026 rivolto al personale dirigente dei ruoli sanitari e ad altre figure dirigenziali del Servizio Sanitario Regionale. Il documento è registrato con Numero Protocollo 542 del 1 agosto 2025 ed elenca decine di moduli, tra cui molti relativi ai corsi di laurea in Infermieristica e Ostetricia.
Cosa prevede il bando (punti chiave)
- Tipologia dell’affidamento: incarichi di insegnamento a titolo gratuito per il primo e secondo semestre dell’A.A. 2025/2026, destinati a coprire insegnamenti rimasti vacanti.
- Ambiti coinvolti: vengono richiamati moduli per CHIRURGIA, MEDICINA INTERNA, INFERMIERISTICA CLINICA (aree medica, chirurgica, geriatrica, critica), INFERMIERISTICA OSTETRICO-GINECOLOGICA (assistenza al parto, neonatologia, puerpério), e molti altri insegnamenti tecnici e specialistici. Esempi: INFERMIERISTICA CLINICA IN AREA MEDICA, INFERMIERISTICA CLINICA OSTETRICO-GINECOLOGICA, SCIENZE INFERMIERISTICHE OSTETRICO-GINECOLOGICHE (Assistenza al parto, Neonatologia).
- Requisiti e selezione: possono partecipare soggetti con laurea magistrale/equipollente da almeno 3 anni; titoli come dottorato, specializzazione medica o abilitazione scientifica nazionale sono titolo preferenziale. La selezione avviene per valutazione comparativa dei titoli e del curriculum.
- Vincoli etici/anticorruzione: è richiesta la dichiarazione di assenza di parentela o affinità fino al quarto grado con professori dei dipartimenti di area medica, con il Rettore, il Direttore Generale o membri del CdA, richiamando l’art. 18, comma 1, punto c della Legge 240/2010.
Perché il bando solleva critiche
La decisione dell’Ateneo è stata accolta con perplessità e rabbia dal mondo infermieristico e sanitario. Il problema non è solo logistico: la prassi di ricorrere a professionisti sanitari per attività formative non retribuite accentua alcune criticità strutturali già note nel settore sanitario italiano:
- Retribuzione e riconoscimento: chiedere competenze cliniche (ore di lezione, esami, ricevimento studenti, partecipazione a commissioni di laurea) senza compenso aggiunge un carico che non valorizza la professionalità degli infermieri. Il bando stesso impone obblighi analoghi a quelli del personale accademico senza prevedere un corrispettivo economico.
- Demansionamento e attrattività: l’offerta formativa dovrebbe essere strumento di valorizzazione professionale. Affidamenti gratuiti rischiano di normalizzare la gratuità del lavoro sanitario nella formazione, peggiorando la bassa attrattività della professione e alimentando l’esodo verso il privato o l’estero — temi ricorrenti nelle notizie di cronaca e sanità. (Contesto tratto dal materiale fornito e dalle segnalazioni della comunità infermieristica.)
- Svalutazione professionale: affidare attività didattiche a titolo gratuito normalizza l’idea che competenze cliniche e didattiche degli infermieri non richiedano compenso né riconoscimento formale. Questo mina il rispetto per la professione e contrasta con le esigenze di qualificazione e carriera.
- Conflitti e trasparenza: benché il bando contempli clausole anti-conflitto (parentela fino al 4° grado), il ricorso sistematico a incarichi gratuiti solleva dubbi su equità, programmazione delle risorse e pianificazione didattica a lungo termine.
Chiediamo la sospensione del bando
Il bando di Sassari è lo specchio di contraddizioni più ampie tra università e sistema sanitario: affrontarlo significa non soltanto correggere una singola procedura amministrativa, ma ripensare il valore economico, formativo ed etico delle competenze infermieristiche.
Senza interventi strutturali — politici, contrattuali e organizzativi — episodi come questo resteranno un sintomo ricorrente della scarsa considerazione che il sistema riserva alla professione infermieristica.
L’università ha il compito di garantire formazione di qualità: non può farlo normalizzando il lavoro gratuito. Pertanto crediamo sia opportuna la sospensione della procedura fino a quando non verrà garantito un compenso dignitoso ai professionisti coinvolti. Pur non essendo un caso isolato, il ricorso a incarichi “a titolo gratuito” da parte di università come Sassari impone ai colleghi di opporsi a una pratica eticamente e professionalmente inaccettabile.
Redazione NurseTimes
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