Le aggressioni ai danni di medici, infermieri e lavoratori pubblici sono in crescita. In risposta, il Governo ha avviato una serie di misure, tra cui la diffusione delle bodycam. L’obiettivo è proteggere gli operatori, ma anche scoraggiare comportamenti aggressivi, grazie alla funzione deterrente delle riprese audio-video. La novità è inserita nel Decreto-legge Sicurezza, pubblicato l’11 aprile scorso.
Il provvedimento autorizza una spesa pubblica che crescerà progressivamente: quasi 5 milioni di euro nel 2025, oltre 7,9 milioni nel 2026 e più di 10,6 milioni nel 2027. Le bodycam sono già in fase di sperimentazione in vari settori: dalla sanità ai trasporti, fino agli istituti penitenziari.
In Veneto il primo test in sanità
Nell’Ulss 4 Veneto Orientale è già attiva una sperimentazione: medici e infermieri utilizzano le bodycam in pronto soccorso e ambulatori. Il progetto, presentato in occasione della Giornata nazionale contro le aggressioni al personale sanitario, prevede anche l’uso di braccialetti smart con funzione di allarme e localizzazione.
Nonostante l’assenza di gravi episodi, l’Ulss 4 Veneto Orientale ha registrato nel 2024 un totale di 108 aggressioni, di cui solo otto fisiche. I dati parlano chiaro: il numero degli episodi gravi è sceso drasticamente rispetto agli anni precedenti, anche grazie a misure organizzative già in atto, come varchi separati e formazione interna.
Tecnologia americana in corsia
La proposta è arrivata dalla società statunitense Axon, specializzata in strumenti di protezione come i taser. L’azienda ha fornito gratuitamente un kit di prova per 45 giorni. Le telecamere sono già in uso nei presidi di San Donà di Piave e Portogruaro. Attivate in caso di minaccia o comportamento violento, vengono avviate con un annuncio vocale: “Attenzione! Da questo momento attivo la registrazione video”.
Le registrazioni sono salvate per sette giorni su Cloud (Evidence.com) e poi cancellate, salvo esigenze giudiziarie. Tutto il sistema è stato autorizzato dal garante per la privacy e accompagnato da linee guida specifiche.
Tra privacy e sicurezza: dibattito aperto
Il dibattito resta aperto. Per alcuni le bodycam rappresentano uno strumento essenziale per aumentare la sicurezza e documentare eventuali abusi. Per altri l’uso di strumenti di sorveglianza personale deve essere bilanciato con il diritto alla privacy. Ma la direzione sembra segnata: le bodycam diventeranno parte della quotidianità.
Il direttore generale dell’Ulss 4 Veneto Orientale, Mauro Filippi, assicura comunque che gli utenti saranno informati in modo adeguato: “Nelle aree di pronto soccorso ci saranno i cartelli che avvisano che c’è il sistema di rilevazione”. E quanto al tema della privacy, sono stati ottenuti tutti i via libera necessari: “Abbiamo sentito il garante. Tutta la fase preliminare, che è durata un paio di mesi, è servita anche a definire qual è il modello corretto di utilizzo”.
Redazione Nurse Times
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