“È assurdo che dopo i grandi annunci del Governo in merito, la legge oggi in discussione non preveda l’abolizione del numero chiuso a Medicina. Perché mentire così spudoratamente? Forse perché al Governo non interessa il bene pubblico, o lo giudica meno importante della poltrona. Se ci aggiungiamo una stampa asservita, nell’Italia di Giorgia Meloni può succedere che gli aspiranti studenti di medicina e le loro famiglie possano essere deliberatamente presi in giro”. Così, alla Camera, Marianna Ricciardi, deputata del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari sociali, in occasione della discussione generale sulla proposta di legge sull’accesso ai corsi di Medicina.
“Del resto sarebbe stato impossibile moltiplicare per quattro o cinque volte il numero degli studenti senza investire un euro in più per docenti e strutture – prosegue Ricciardi -. La verità è che l’unico effetto sarà un fisiologico calo della qualità della formazione della classe medica. Già oggi l’Italia ha il più alto numero pro-capite di medici al mondo. Eppure non ne ha a sufficienza per riempire ospedali e pronto soccorso. Evidentemente il governo non sa che non mancano medici, ma gli specialisti di quelle branche che pochi vogliono intraprendere, come ad esempio l’emergenza-urgenza, a causa di turni massacranti, paghe inadeguate e la costante minaccia delle azioni legali contro di loro”.
Sempre Ricciardi: “Parallelamente l’Italia ha la metà degli infermieri rispetto alla media europea, ma – a dimostrazione che questo provvedimento è solo propaganda il Governo non se ne occupa. Preferisce eliminare il test d’ingresso a Medicina, sostituendo la meritocrazia con il caos e aprendo la strada alle raccomandazioni. Il modello attuale ha lacune enormi, c’è un vergognoso mercato dei corsi privati, ma la soluzione sono corsi gratuiti delle università pubbliche e test con bibliografia nota”.
Conclude Ricciardi: “Questa è una riforma che fa male a tutti, che non risolve i problemi di accesso a Medicina, ma li sposta più avanti e li rende più gravi, scaricando il costo sulle spalle degli studenti, delle famiglie e del sistema sanitario. Non basta dire ‘apriamo le porte a tutti’, se poi lasciamo gli studenti senza prospettive e gli ospedali senza specialisti. Serve un vero piano, basato su numeri reali e su una programmazione seria. Questa proposta, invece, è un salto nel buio per il futuro della sanità italiana. E noi non possiamo permetterlo”.
Redazione Nurse Times
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