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Basalioma: possibile remissione con immunoterapico “locale”

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Dopo aver dimostrato la sua efficacia nel melanoma, il farmaco immunoterapico Daromun, iniettabile direttamente nella massa tumorale, sembra essere promettente anche nel trattamento dei tumori cutanei più diffusi: il carcinoma basocellulare (basalioma) e quello squamocellulare.

I risultati preliminari di uno studio di fase II, condotto in diversi centri in Germania, Svizzera e Polonia, tra cui l’Ospedale Universitario di Tubinga (Germania) e il Kantonsspital St. Gallen (Svizzera), indicano che la somministrazione di questa combinazione di molecole, in alternativa all’intervento chirurgico, può portare alla remissione completa.

Un’analisi preliminare dello studio, che punta a indagare gli effetti del nuovo trattamento anche contro il carcinoma a cellule squamose cutanee, è stata recentemente pubblicata sul Journal of the European Academy of Dermatology and Venerology. I risultati sono stati discussi oggi, in occasione della seconda edizione del congresso INNOVATE – International Neoadjuvant Immunotherapy Across Cancers. Daromun è di Philogen, un‘azienda italo-svizzera.

“Daromun è un farmaco sperimentale basato sulla combinazione di due citochine, l’interleuchina 2 (IL2) ed al fattore di necrosi tumorale (TNF), in grado, se somministrate insieme, di innescare localmente una risposta immunitaria che, nel melanoma, ha dimostrato di ridurre di circa il 40% sia del rischio di recidiva che di morte e di comparsa di metastasi a distanza”, commenta Paolo Ascierto, presidente del congresso, nonché presidente della Fondazione Melanoma e direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Pascale di Napoli.

E aggiunge: “Le ultime evidenze suggeriscono che questa terapia potrebbe funzionare anche per il trattamento del carcinoma basocellulare e del carcinoma a cellule squamose cutanee, meno noti del melanoma più aggressivo, ma tra i tumori cutanei più diffusi”.

I carcinomi basocellulari, a volte chiamati informalmente basaliomi, sono i tumori in assoluto più diffusi, non solo tra quelli alla pelle. Si stima che ogni anno colpiscano 64mila italiani. “Se ne parla poco perché praticamente non causa quasi mai metastasi – spiega Ascierto -. Di solito compare dopo i 50 anni, ma le diagnosi nelle fasce d’età più giovani sono in aumento, a causa dell’esposizione al Sole. Per questa ragione, infatti, i carcinomi basocellulari insorgono spesso nella pelle del viso (in particolare il naso, ma anche sul collo e sul tronco), ma possono svilupparsi su tutte le aree del corpo più esposte all’azione dei raggi solari”.

Invece, con 19mila nuove diagnosi all’anno in Italia, il carcinoma squamocellulare rappresenta il secondo tumore cutaneo più comune. “Questo tumore si sviluppa nello strato ‘spinoso’ dell’epidermide, per cui è talvolta chiamato carcinoma spinocellulare – spiega Ascierto -. Può comparire in diverse aree del corpo e delle mucose, ma si manifesta più frequentemente in zone specifiche come il cuoio capelluto, orecchie, naso, labbro inferiore, dorso delle mani. Il carcinoma squamocellulare ha una progressione rapida e, se non trattato, può invadere i tessuti circostanti, portando alla formazione di metastasi nei linfonodi o in altri organi”.

Sebbene per entrambi i tumori – il basalioma e il carcinoma squamocellulare – l’intervento chirurgico rimanga il trattamento gold standard, con tassi di guarigione elevati, la via chirurgica presenta delle limitazioni: quando colpisce il viso e la testa le aree interessate possono essere deturpate dal bisturi. “Tuttavia, le terapie topiche alternative spesso mostrano tassi di sopravvivenza senza recidive significativamente inferiori rispetto all’intervento chirurgico – specifica Ascierto -. Per cui avere un’alternativa efficace, come sembra esserlo il Daromun – può essere di grande aiuto per moltissimi pazienti”.

Il nuovo studio descrive il successo dell’iniezione intra-tumorale nei primi 6 pazienti con basalioma arruolati e trattati per quattro settimane. “I risultati hanno mostrato 6 remissioni complete su 6 pazienti – conclude Ascierto -. La durata della risposta varia dai 4 ai 18 mesi e oltre con effetti collaterali lievi e transitori. Sebbene attualmente la chirurgia rimanga il gold standard per il trattamento del cancro della pelle non-melanoma, il trattamento immunoterapico con Daromun potrebbe offrire un’alternativa efficace per i pazienti non idonei o che rifiutano l’intervento chirurgico. Questi risultati preliminari spingono a indagare ulteriormente il potenziale di questa terapia locale, oltre che per il melanoma, anche per gli altri tumori della pelle”.

Redazione Nurse Times

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