Il Botulismo è un’infezione che ha come agente eziologico il Clostridium Botulinum
Si manifesta inizialmente con sintomi come nausea e vomito per poi regredire rapidamente come una neuroparalisi e quindi crisi respiratoria, prodotta da una tossina altamente letale.
E’ un batterio ritrovabile nel suolo, nella polvere e vive in assenza di ossigeno. Vi sono diverse forme di botulismo tra cui: alimentare, pediatrica e da ferita.
Il Botulismo alimentare è una tossinfezione alimentare causata dall’ingestione della tossina botulinica preformata in cibi contaminati.
Questa tossina, che può essere inattivata solo dalla cottura dell’alimento, è inodore, insapore e incolore.
Dopo l’ingestione, viene assorbita a livello intestinale e raggiunge il suo bersaglio a livello delle terminazioni nervose (giunzione neuro-muscolare); impedendo ai nervi di trasmettere l’impulso nervoso ai muscoli, generando così una paralisi flaccida, con assenza completa di contrazione muscolare.
Il botulismo consiste infatti in una grave paralisi discendente (dai piccoli muscoli della faccia a quelli degli arti inferiori), simmetrica (destra e sinistra insieme) e progressiva.
La tossina si lega in modo irreversibile al bersaglio e agisce per un lungo periodo di tempo; fino a che non si rigenerano nuove terminazioni nervose, cosa che può richiedere mesi o anni.
La gravità della malattia, proporzionale alla quantità di tossina ingerita, è legata alla paralisi dei muscoli respiratori per cui i pazienti possono sopravvivere, in assenza di complicazioni, solo grazie alla respirazione assistita.
La diagnosi di questa malattia è prima di tutto clinica e poi confermata da test di laboratorio, eseguiti in strutture di riferimento, che dimostrano inequivocabilmente la presenza della tossina botulinica nell’alimento sospetto e nei campioni biologici dei pazienti.
Molto a rischio sono gli insaccati, le conserve alimentari sott’olio, gli inscatolati contenenti carne e pesce, i quali costituiscono un habitat perfetto per il batterio che porta avanti il suo ciclo vitale in un pH compreso tra 4.6 e 9, a temperature tra i 18° e 25°C e senza ossigeno.
Le probabilità crescono esponenzialmente se i suddetti sono di produzione casalinga dato che la tendenza di inscatolare cibi in maniera fai da te diventa usanza di nuovo praticata.
Quindi sottovalutare i comportamenti igienico-sanitario durante la preparazione e le caratteristiche intrinseche del batterio (come la resistenza al calore) , costituiscono il binomio perfetto che predispone alla contrazione del botulismo.
Proprio ieri a Viterbo si è verificato un caso, (R. d. P.), studente universitario vittima del botulismo dopo mesi di sofferenza dato che l’avvelenamento è avvenuto nello scorso Giugno dopo l’assunzione di cibo contaminato.
E’ bene quindi occuparsi di prevenzione anche per queste forme, sporadiche ma incisive, di patologie.
Se si vuole quindi conservare cibi in casa è bene:
- Sterilizzare il contenitore;
- Preparare l’alimento con attenzione e sottoporlo quindi ad ebollizione (almeno 90°C) per almeno 5-10 minuti prima di conservarlo;
- Ripastorizzare il barattolo a 80°C per 20-30 minuti;
- Eventuale ribollitura dell’alimento prima dell’assunzione (consigliato).
Altre condizioni che agevolano la conservazione dei cibi in casa sono e il mancato sviluppo della tossina sono:
- La conservazioni di prodotti acidi come la passata di pomodoro o sott’aceto;
- Prodotti ricchi di NaCl (sale da cucina);
- Prodotti ricchi di zucchero.
In quanto pH estremi e ipertonicità compromettono lo sviluppo del botulino e della sua esotossina.
Rachele Nicolosi
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