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Le indennità di carica della FNOPI e la lunga attesa per il rinnovo contrattuale da 90 € per gli infermieri

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C’è una platea di 450mila infermieri in Italia che attende da tre anni il rinnovo del contratto

E sarà un percorso ancora lungo prima di arrivare ad un traguardo che, probabilmente, porterà un aumento di 90 euro lordi in busta paga.

Cifra tutt’altro che stratosferiche per i cosiddetti “eroi” di questa emergenza pandemia cominciata a marzo del 2020 e della quale ancora non si vede la conclusione.

Quello che invece sembra essersi spento è l’entusiasmo di una categoria professionale tornata nelle retrovie anche per lo scarso peso “politico” di chi dovrebbe rappresentarla e tutelarla sui tavoli istituzionali.

Considerazioni, queste ultime, condivise da diversi presidente degli Ordini provinciali, alcuni dei quali non hanno nascosto il disappunto per quello che sono stati considerati, politicamente parlando, gli “scivoloni” della Fnopi e della nuova-vecchia dirigenza guidata dalla riconfermata presidente Barbara Mangiacavalli.

Ruolo importante quello di guida istituzionale di 450mila infermieri e legittimante anche ben ricompensato.

Basta leggere le linee guida per le indennità di carica della Fnopi (forse conosciute a pochi) per vedere che mensilmente l’indennità di carica per il presidente è di 4.000 euro lordi, per vice presidente, segretario e tesoriere di 3.000 euro (sempre lordi) e per i consiglieri del Comitato centrale di mille euro lordi.

Cifre alle quali vanno aggiunti i gettoni di presenza per le riunioni del Comitato centrale (250 euro giornaliere, 150 euro se si partecipa da remoto attraverso il collegamento Skype), con la possibilità di cumulare un massimo di 24 gettoni di presenza all’anno.

E tralasciando gli altri piccoli rimborsi (tra spese di ristorazione e d’albergo).

“E’ la somma che fa il totale” avrebbe detto l’immensurabile Totò.

Intanto gli infermieri italiani aspettano fiduciosi i 90 euro lordi di aumento nelle loro striminzite buste paga.

Redazione Nurse Times

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