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Violenza contro gli operatori socio-sanitari, Migep: “Sì, meritiamo rispetto”

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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa a firma di Angelo Minghetti (Federazione Migep).

In occasione della Giornata nazionale contro la violenza sugli operatori sanitari e socio-sanitari (12 marzo) nella sala stampa della Camera dei deputati si è tenuta una conferenza stampa indetta dal Pd e intitolata “Meritiamo rispetto”. La Federazione Migep ha partecipato come esperta del settore, dando un forte contributo, portando la voce di tutti gli operatori dimenticati dal sistema politico e giuridico, ma coinvolti nelle violenze.

Abbiamo dedicato questa giornata a loro, in questa conferenza stampa organizzata dal Pd, perché la violenza contro questi operatori è inaccettabile. Non ha solo un impatto negativo sul benessere psicofisico del professionista, ma influisce anche sulle condizioni del lavoro.

Abbiamo riflettuto molto sul tema dell’operatore socio-sanitario, professione in prima linea nell’assistenza, che però continua a essere considerata marginale. Ciò si riflette sulle condizioni di lavoro e sulla sicurezza, ma soprattutto sugli atti di violenza che molti oss affrontano ogni giorno. Riteniamo che questa professione aspetti ancora tante risposte.

Non possiamo non nascondere la nostra legittima preoccupazione per un pericoloso vortice di mala cultura. La violenza non può essere trattata come un’emergenza occasionale, è un problema strutturale che richiede risposte immediate e strategie di prevenzione.

Gli operatori socio-sanitari, non sono da considerare i capri espiatori per una carenza strutturale di un ospedale. Questi professionisti (94% donne) sono vittime sacrificali del comparto, vittime dell’incontrollata violenza e dell’ira di pazienti e parenti che scagliano su di loro rabbia, incertezze, angosce.

“Meritiamo rispetto” non deve soffermarsi solo sugli operatori, ma anche sugli anziani fragili, un argomento di cui nessuno vuole parlare. La mia riflessione: non solo si deve trovare l’origine del problema, ma si devono anche tutelare questi cittadini fragili. Una violenza tristemente nota e frequente nell’ambiente sociosanitario.

La salute è un diritto primario e va garantito a tutti, e il Servizio sanitario nazionale va tutelato insieme ai professionisti. Bisogna assumere, dare risposte in modo veloce ai cittadini, e non con liste di attesa di anni per una visita o un esame, o essere rimandati a casa per poi morire, rimanendo inermi davanti ai tagli della sanità pubblica, con la politica che incrementa il privato.

Questa è un’emergenza non più rimandabile ed è una priorità del Governo, che deve dare risposte ai cittadini e azzerare la violenza verso tutti i professionisti. Una situazione così drammatica dovrebbe spingere il Governo, il Parlamento a interagire, poiché questi professionisti garantiscono un diritto della salute, come previsto dall’articolo 32 della nostra Costituzione e vanno tutelati.

Parliamo di operatori socio-sanitari, che continuano a essere in prima linea e che avranno la funzione di filtro tra i pazienti, il personale infermieristico e i medici. Il loro compito sarà quello di accogliere i pazienti e i familiari, fornendo informazioni sul percorso di cura e riducendo i tempi di attesa percepiti.

Si parla di oss di processo, che alcune aziende stanno istituendo in contesti non di emergenza: devono concentrarsi su strategie per gestire meglio i pazienti violenti e i visitatori ad alto rischio. Deve concentrarsi sulla garanzia della sicurezza fisica e sulla garanzia della stessa struttura. Tuttavia sono necessarie ulteriori ricerche per valutare l’efficacia di questi programmi in contesti con risorse limitate.

La pervasività della violenza contro gli operatori richiede una preparazione specifica del personale socio-sanitario. Perciò proponiamo che il tema della violenza entri a fare parte della formazione di base e/o di corsi di aggiornamento periodici di ogni operatrice/operatore. “Meritiamo rispetto” è una occasione per riflettere, agire, porre soluzioni, dare voce a chi da troppo tempo viene lasciato solo. Si tratta di riconoscimento e di dignità.

Redazione Nurse Times

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