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Test Infermieristica, Fnopi: “Partecipanti in calo, ma trend di iscrizioni e laureati vira in positivo”

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Il MIUR aumenta i posti a concorso per il CdL in Infermieristica: è la scelta giusta?
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Circa 19mila le domande per i 20.699 posti a bando, mentre si attendono ancora i dati dalle private e le ricadute del “semestre filtro”: più del 20% degli iscritti a Medicina ha espresso Infermieristica come prima opzione.

Ai test di ammissione ai corsi di laurea in Infermieristica attivi in 41 atenei pubblici, previsti lunedì 8 settembre in tutta Italia, il numero complessivo di domande non coprirà nell’immediato il numero di posti messi a bando.

Il progressivo aumento, negli anni, della disponibilità di posti – chiesto con forza da Regioni/Province Autonome e Ordine professionale – non è andato di pari passo con una analoga crescita di iscrizioni ai test, pur con differenze territoriali, con le regioni del Meridione in cui il rapporto domande/posti si attesta sul valore medio di 1,5.

Se da inizio secolo a oggi i posti a bando sono passati dai 10.614 del 2001 ai 20.699 attuali (di cui 290 di Infermieristica pediatrica), il numero delle domande è stato altalenante: dai picchi del 2010 alle circa 19mila attese quest’anno, al netto dei dati delle otto università private, in cui i test sono previsti successivamente.

Tuttavia, da questo anno accademico, a conclusione del “semestre filtro” istituito a Medicina, per la prima volta si riverserà su Infermieristica una quota significativa delle migliaia di studenti che andranno fuori graduatoria dopo aver sostenuto gli esami di Chimica, Fisica e Biologia (i posti disponibili a Medicina saranno in ogni caso 24mila e il 20,4% dei 54mila candidati di Medicina ha indicato Infermieristica come prima scelta tra i corsi affini). Va inoltre tenuto in considerazione il “meccanismo” di immatricolazione al corso di laurea in Infermieristica per coloro che l’hanno opzionata partecipando al test insieme ad altre professioni sanitarie.

“In questo delicato anno accademico, sarà fondamentale analizzare, oltre il numero attuale dei partecipanti ai test, il numero finale di iscritti al primo anno di Infermieristica. Malgrado il crollo da più parti paventato e dato per scontato, la professione tiene e siamo orgogliosi degli sforzi compiuti con Ministeri, Regioni e Università per garantire un numero sempre maggiore di posti a bando. Le richieste di accesso non aumentano con la stessa proporzionalità, ma ciò accade nel contesto di un calo demografico che ormai impatta sul numero complessivo di studenti universitari e che ci preoccupa non poco per la tenuta futura del sistema sanitario”, dichiara FNOPI.

Attualmente in Italia circa due diplomati su tre decidono di proseguire il proprio percorso formativo con l’università: un dato lontano dai livelli registrati all’inizio degli anni Duemila, quando la percentuale si attestava al 75%. I dati peggiori rispetto ai test – con cali anche superiori al 20% – coincidono poi con le aree metropolitane dove il costo della vita e il caro-affitti non rendono più i grandi atenei meta ideale per i fuori sede. Il boom tra i giovani diplomati delle lauree telematiche, inoltre, non migliora certamente i dati di Infermieristica, trattandosi di una laurea triennale abilitante che prevede, sin dal primo anno, una intensa attività di tirocinio sul campo e un numero ridotto di insegnamenti fruibili a distanza.

Un trend negativo che, numeri alla mano, si è affermato nel tempo e colpisce in maniera omogenea tutte le professioni di cura, a testimoniare la necessità di affrontare il problema della carenza e della scarsa attrattività del settore in maniera sistemica e corale.

Per la FNOPI, tra le cause strutturali di questo calo di appeal sono certamente da considerare: mancanza di prospettive concrete di carriera, retribuzioni inadeguate a fronte di responsabilità crescenti, carichi di lavoro eccessivi, difficoltà di conciliare vita lavorativa e familiare, scarso riconoscimento sociale, con limitazioni ancora forti dell’esercizio libero professionale tipico di gran parte delle professioni mediche e sanitarie. Nel caso specifico poi di Infermieristica, diventa indispensabile ampliare il lasso temporale dedicato alle iscrizioni ai test, pubblicando i bandi con maggiore anticipo (quest’anno c’è stato un mese scarso a disposizione per gli aspiranti infermieri, per giunta a ridosso di Ferragosto) per permettere a studenti e famiglie di individuare nel corso di Infermieristica un’opportunità su cui riflettere e scegliere con ponderazione.

Nonostante questo, il numero complessivo di laureati in Infermieristica cresce costantemente: se nel 2004 erano stati 8.866 a indossare la divisa dopo la triennale abilitante, a distanza di vent’anni, nel 2024, sono saliti a quota 11.404 (+28,6%), con una previsione a 14.500 nel 2027. Numeri comunque insufficienti a colmare il turnover con gli infermieri che man mano vanno in pensione ogni anno, dato stimano attorno alle 25mila unità.

“Il nostro Paese invecchia e invecchiano anche i nostri infermieri: senza una presa d’atto importante, da parte di tutte le istituzioni, della questione infermieristica, abbiamo ormai la certezza di una impossibilità a garantire adeguati livelli di assistenza nei prossimi anni: occorre un investimento strutturale, già da questa legge di bilancio, su tutte le leve che possano rendere più attrattive le professioni di cura, senza ricorrere a soluzioni tampone, con scarse prospettive. Come FNOPI ribadiamo la necessità di dichiarare questa situazione una emergenza nazionale e prevedere, al pari di altri casi emergenziali, provvedimenti immediati, come l’istituzione di una cabina di regia permanente, interministeriale e con poteri speciali, per affrontare i problemi evidenziati prima che sia troppo tardi”.

Redazione Nurse Times

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