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Vicenza, ammessi a Infermieristica anche con punteggio 1 al test d’ingresso

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Anno accademico 2018/2019: 308 posti in più per il CdL in Infermieristica
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La crisi delle professioni infermieristiche si fa sentire con forza nel corso di laurea in Infermieristica a Vicenza, dove per il secondo anno consecutivo non si riescono a coprire tutti i posti disponibili. L’Università di Verona, che organizza il corso nella sede berica, ha visto solo 80 iscritti su 120 posti messi a disposizione, con alcuni candidati ammessi nonostante punteggi estremamente bassi al test di ammissione, arrivando addirittura a un 1 su 100.

Punteggi bassissimi e alti tassi di abbandono

La prova di ammissione include domande di matematica, logica, chimica, biologia e cultura generale, ma il numero di candidati è talmente basso da rendere inutile il filtro della selezione. Federico Pegoraro, presidente uscente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Vicenza, evidenzia come il problema non sia solo nei bassi punteggi, ma anche nel tasso di abbandono: “Storicamente, almeno il 30% degli iscritti non arriva al termine del ciclo di studi”.

Un trend che preoccupa: calano le iscrizioni

Negli ultimi anni si è verificato un netto calo delle iscrizioni ai corsi di laurea in infermieristica, segnando un’inversione di tendenza rispetto al passato, quando i corsi erano sempre al completo e molti candidati restavano fuori. L’attuale situazione coincide con le gravi carenze di personale nelle aziende sanitarie venete, dove il numero di infermieri è in costante diminuzione.

Pegoraro sottolinea: “Lo scorso settembre, su 138 assunzioni deliberate dall’ULSS 8 Berica, si sono presentati solo in 60, nonostante si trattasse di contratti a tempo indeterminato. È evidente che manca l’attrattività”. La scarsa partecipazione alle assunzioni è accompagnata da un fenomeno crescente di dimissioni dal settore pubblico, con molti infermieri che preferiscono trasferirsi nel settore privato o andare in pensione anticipata.

Cause della crisi: salari bassi e condizioni lavorative difficili

Le ragioni del calo di interesse verso la professione infermieristica sono molteplici. Da un lato, gli stipendi non risultano competitivi rispetto ad altre professioni, mentre dall’altro le condizioni lavorative pesano sempre di più sui giovani. La professione infermieristica richiede turni notturni, lavoro nei fine settimana e mette gli operatori a stretto contatto con la sofferenza e la morte, fattori che contribuiscono al burn-out.

Negli ultimi anni, l’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Vicenza ha organizzato campagne di sensibilizzazione nelle scuole per incentivare le iscrizioni. Tuttavia, le sedi di Vicenza e Schio continuano a registrare numeri di iscritti inferiori ai posti disponibili, segnale di un malessere che coinvolge l’intero sistema sanitario.

Cosa fare per invertire la rotta?

Per arginare questa crisi, sarà necessario rivedere le condizioni contrattuali e lavorative degli infermieri, aumentando la loro attrattività sul mercato del lavoro. Parallelamente, iniziative di formazione e sensibilizzazione nelle scuole potrebbero aiutare a restituire dignità e appeal alla professione, offrendo un percorso di crescita professionale chiaro e vantaggioso.

La crisi della professione infermieristica è ormai un dato di fatto, e affrontarla con misure concrete e mirate è essenziale per garantire la qualità dei servizi sanitari futuri.

Redazione NurseTimes

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