Il caso delle migliaia di referti istologici mai consegnati all’Asp Trapani ha fatto emergere un insieme di altri problemi che indeboliscono la sanità locale da molto tempo e che nelle ultime settimane hanno provocato manifestazioni e proteste: decine di migliaia di visite mediche arretrate, carenza di personale, sanità territoriale sempre più frammentata e impoverita.
“Il livello di tensione è molto alto: in questo momento, a Trapani, qualsiasi cosa – un incaricato dell’ospedale che risponde con meno gentilezza del solito, oppure l’ennesima telefonata ricevuta dall’ospedale per fare una visita con mesi e mesi di ritardo – è una goccia che fa traboccare il vaso”, spiega Rossana Titone, giornalista della testata locale TP24, che segue da vicino i problemi della sanità trapanese. E aggiunge che nelle ultime settimane si sono intensificate le segnalazioni al suo giornale da parte di pazienti che contestano una varietà di problemi, relativi non solo agli esami istologici.
Molte persone che hanno avuto a che fare da vicino col caso dei referti istologici (sindacati, associazioni, avvocati, medici) indicano come decisivo l’intervento di una persona in particolare: il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè, di Forza Italia. Gli viene attribuito il merito di aver dato un risalto nazionale a grossi problemi che localmente si conoscevano, ma per i quali finora era stato fatto poco o niente.
E’ stato proprio Mulè, attraverso due interrogazioni parlamentari presentate nel gennaio scorso, a dare visibilità nazionale alla storia di Maria Cristina Gallo, da cui è partito il caso dei referti istologici tardivi. La donna, 56 anni, ha atteso otto mesi, nonostante ripetute telefonate, il referto con cui poi ha scoperto di avere un tumore già in fase terminale. Sul suo caso la Procura di Marsala ha avviato un’indagine per capire se esista un nesso causale tra il ritardo della consegna e lo sviluppo della metastasi, e nel frattempo lei si sta curando all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.
La storia di Gallo è raccontata da medici, attivisti e giornalisti trapanesi come la “punta dell’iceberg”. Grazie al suo caso si è saputo che i referti mai consegnati erano 3.313, di cui 1.405 per esami svolti nel 2024 e già 1.908 per esami svolti nel 2025. A Trapani la storia era già nota da almeno due anni, ma solo nelle ultime settimane ci sono state conseguenze, a partire dalla sospensione del direttore generale dell’Asp, Ferdinando Croce. I problemi, comunque, esistevano già prima del suo mandato.
Un’altra conseguenza concreta delle ultime settimane è che sui referti istologici in ritardo l’assessora regionale alla Salute, Daniela Faraoni, ha messo in atto un piano per lo smaltimento degli arretrati: ora la situazione è tornata più o meno alla normalità, anche grazie all’aiuto di strutture sanitarie di altre città che hanno partecipato al lavoro.
Il problema più citato e tuttora irrisolto è quello delle lunghissime liste d’attesa per le visite, anche urgenti. Negli ultimi giorni è emerso che alcune persone contattate per visite che avevano prenotato molto tempo prima erano già morte. Carmela Anna Maria Daidone, assessora ai Servizi sociali del comune di Erice, dice che fatti del genere stanno capitando molto spesso: “Si aspetta talmente a lungo per una visita che o vai nel privato, se puoi, o cambi regione. Oppure aspetti, e in molti casi muori prima di essere curato”.
In certi casi mancano proprio le strutture specializzate. Di recente ha chiuso il reparto di Pediatria dell’ospedale di Mazara del Vallo. Oggi chi si serviva di quel reparto deve andare all’ospedale di Castelvetrano, che si trova a una ventina di chilometri di distanza. L’ospedale di Mazara, come quello di Trapani, è un DEA (Dipartimento d’emergenza e accettazione) di primo livello, cioè una struttura che dovrebbe assicurare la presenza di varie unità operative e interventi, tra cui quelli pediatrici. Questo reparto adesso non c’è più, e l’ospedale di Castelvetrano che lo sostituisce non è un DEA.
“Dove c’è Pediatria non c’è Radiologia, dove c’è Radiologia non c’è Cardiochirurgia: è l’apice di un sistema che finora ha gestito la sanità con logiche di convenienza politica, anziché pensando alle esigenze e ai problemi del territorio”, dice Gianfranco Vultaggio, editore della testata locale Mazara Tv Social.
Filippo Mangiapane, presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Trapani, dice che nelle ultime settimane ci sono stati “episodi sempre più frequenti” di aggressioni al personale medico. Chi conosce bene la situazione di Trapani dice che è influenzata dal caso dei referti, che ha avuto un impatto sociale notevole soprattutto sulla fiducia che le persone ripongono nei medici. Localmente è stata organizzata qualche manifestazione di protesta, soprattutto in concomitanza del 7 aprile, la Giornata mondiale della salute. Complessivamente, però, il clima è soprattutto di disillusione.
Alcune persone, tra quelle coinvolte nel caso dei referti, si sono già rivolte a studi legali per denunciare l’Asp Trapani per via dei ritardi. Vita Ippolito è l’avvocato di una di queste persone, Gaetano Costanzo, imprenditore la cui storia è piuttosto conosciuta localmente. Costanzo, 47 anni, fu operato al colon il 17 luglio 2024 a Mazara del Vallo. Il risultato dell’esame istologico è arrivato solo l’11 marzo del 2025, ed era quella che Ippolito definisce “una sentenza di morte”. Lo stesso Ippolito dice che sta raccogliendo tutta la documentazione necessaria per capire se esista un nesso causale tra il ritardo nella consegna del referto e l’inizio del tumore, o tra il ritardo e l’eventuale diminuzione dell’aspettativa di vita del suo assistito.
Redazione Nurse Times
Fonte: il Post
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