Westbury, New York – Un 61enne indossava una catena da 9 kg al collo nel tentativo di aiutare la moglie; l’incidente riapre il dibattito sulla sicurezza delle apparecchiature per Risonanza magnetica (MRI)
È drammaticamente terminata la vicenda di un uomo di 61 anni entrato senza autorizzazione nella sala di Risonanza magnetica del Nassau Open MRI per aiutare la moglie, appena sottopostasi a un esame al ginocchio. L’apparecchiatura, in funzione e alimentata da superconduttori che generano un campo magnetico costantemente attivo, ha attratto la pesante catena d’allenamento da 9 kg indossata dall’uomo, provocandogli ferite talmente gravi da causarne il decesso il giorno successivo. Questa tragica notizia di attualità solleva interrogativi su procedure e protocolli di sicurezza nelle sale diagnostiche.
L’incidente: dinamica e soccorsi
Secondo quanto ricostruito, il 61enne si sarebbe introdotto inavvertitamente nell’area controllata riservata al paziente, nonostante i divieti ben segnalati. La violenta attrazione del magnete ha reso vani i tentativi di un inserviente di estrarre l’uomo dalla bocca del macchinario. Trasportato d’urgenza in ospedale, è deceduto dopo 24 ore per le gravissime lesioni interne. Il centro diagnostico ha declinato ogni commento ufficiale sull’accaduto.
Pulsante di emergenza e protocolli di sicurezza
Tutte le moderne macchine per Risonanza magnetica sono dotate di un pulsante di arresto rapido che disattiva temporaneamente il campo magnetico. «Il macchinario rimane sempre acceso – spiega Riccardo Manfredi, ordinario di Radiologia all’Università Cattolica di Roma – perché spegnerlo e riavviarlo richiederebbe tempi e costi elevatissimi. In caso di emergenza, il bottone di spegnimento garantisce lo stop in pochi secondi.» La formazione del personale – medico, infermieristico e ausiliario – e la segnaletica ad hoc sono ritenute fondamentali per prevenire incidenti di questo tipo.
Regole d’oro per i pazienti: cosa non portare in sala MRI
Le linee guida internazionali suggeriscono di rimuovere ogni oggetto metallico prima di accedere alla sala MRI:
- Gioielli, piercing, orologi e cinture
- Protesi dentarie mobili e apparecchi acustici
- Carte magnetiche, telefoni cellulari e chiavi
- Vestiti con elementi metallici
Inoltre, è obbligatorio segnalare la presenza di impianti interni, in particolare ferrici. Al contrario, materiali come titanio, oro, argento e alluminio sono compatibili e non vengono attratti, consentendo ai pazienti – per esempio – di tenere la fede nuziale durante l’esame.
Precedenti analoghi nel mondo
Incidenti letali in sale MRI non sono purtroppo un caso isolato. Nel 2001 in India un bambino di 6 anni morì per il coinvolgimento di una bombola d’ossigeno risucchiata nel magnete; analoghi episodi si verificarono nel 2018, sempre in India, e nel 2023 in California, dove un’infermiera fu gravemente ferita da una lettiga attratta all’interno del tunnel magnetico. Queste tragedie, riportate dalle più recenti notizie di attualità, sottolineano l’importanza di stringenti misure di sicurezza e di una costante formazione del personale sanitario.
Redazione NurseTimes
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