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Riceviamo la tesi sperimentale della dott.ssa Valeria LOGIURATO, laureatasi presso l’Università Cattolica Del Sacro Cuore Facoltà Di Medicina E Chirurgia “A. Gemelli” – Roma.
La dott.ssa Valeria LOGIURATO presenta la sua tesi sperimentale dal titolo: “Malattie a trasmissione sessuale, indagine conoscitiva presso istituti d’istruzione secondari superiori dell’Alta Val d’Agri”. La tesi vuole mettere in luce come ancora siano presenti tabù su questa tematica da parte di genitori e istituzioni (principalmente la scuola) e la scarsa conoscenza dei giovani sull’argomento.
Abstract
La scelta dell’argomento di tesi è nato dalla volontà di indagare un argomento molto complesso e poco conosciuto tra i giovani. Le malattie sessualmente trasmesse, rappresentano ormai un problema di salute a livello mondiale.
Costumi, abitudini di vita più liberi, facilità di spostamento fra continenti, migrazioni di intere popolazioni alla ricerca di condizioni socio-economiche migliori, hanno contribuito in modo decisivo all’espansione di questo fenomeno.
Queste malattie sono diventate un’emergenza di cui parlare e che in pochi ne conoscono l’eziologia e la trasmissione. Una delle categorie più a rischio è quella degli adolescenti. Secondo l’OMS, l’85% dei giovani tra i 10 e i 24 anni (circa 1,5 miliardi nel mondo), vive nei paesi poveri, circa 73 milioni di adolescenti tra i 10 e 14 anni sono lavoratori e per molti di essi le relazioni sessuali iniziano precocemente. Dei 340 milioni di casi di MST, almeno 111 interessano giovani sotto i 25 anni di età.
Le ragazze sono più vulnerabili dei ragazzi per ragioni fisiologiche, ma anche sociali, essendo spesso costrette a relazioni sessuali fin da bambine. L’attività sessuale tra gli adolescenti è sempre più precoce, questo appare fortemente influenzato da fattori biologici, socioculturali, personali (abusi, droghe), familiari.
Il debutto sessuale è inoltre spesso associato ad altri comportamenti, come il consumo di tabacco, alcol e droghe. Molti adolescenti apprendono le informazioni sulla sessualità prevalentemente dai media o dai coetanei, mentre il contributo della famiglia spesso è carente.
L’adolescente prova sensi di colpa e vergogna che lo spingono a rinunciare ai servizi sanitari (specialmente se si associa a prostituzione o violenza). In questo scenario in ospedale o sul territorio si deve cercare di effettuare una “educazione alla prevenzione”, la prevenzione è quindi la migliore strategia e può essere perseguita attraverso una adeguata informazione a cura di strutture che si occupano di adolescenti, servizi sanitari per appropriati interventi di sorveglianza, un’informazione sulle modalità di trasmissione, l’accessibilità ai profilattici, centri strutturati in base alle specifiche esigenze degli adolescenti. Un contributo notevole potrebbe derivare dalla scuola, che rappresenta l’agenzia educativa nella quale la popolazione giovanile si trova a vivere gli anni decisivi per la propria formazione valoriale e le future scelte degli stili di vita. La scuola rappresenta un luogo privilegiato dove poter diffondere tra gli studenti le conoscenze relative alle MST.
Valeria LOGIURATO
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