Il 1°aprile 2021 è stato pubblicato il decreto-legge che introduce “misure urgenti per il contenimento dell’epidemia da COVID-19, in materia di vaccinazioni anti SARS-CoV-2, di giustizia e di concorsi pubblici”. Il testo, tra le altre cose, prevede importanti novità con l’introduzione del c.d. “scudo penale” per gli operatori sanitari impegnati nella campagna vaccinale e l’”obbligo” di vaccinazione per il personale medico e sanitario.
In particolare, il decreto-legge esclude la responsabilità penale del personale medico e sanitario incaricato della somministrazione del vaccino anti SARS- CoV.2, per i delitti di omicidio colposo e di lesioni personali colpose commessi nel periodo emergenziale, allorché le vaccinazioni siano effettuate in conformità alle indicazioni contenute nel provvedimento di autorizzazione all’immissione in commercio e alle relative circolari pubblicate sul sito istituzionale del Ministero della salute.
La ratio è, dunque, quella di introdurre uno scudo penale che circoscriva la responsabilità di chi somministra il vaccino alle ipotesi di una colpa grave, non generica, da valutare alla luce della sproporzione tra mezzi e numero di pazienti, specializzazione del personale e volontarietà della prestazione. Su questo fronte, attenzione particolare va posta sul dibattito sorto in considerazione della necessità di inserire una clausola di salvaguardia che non si limiti a proteggere il solo personale sanitario impegnato nella somministrazione del vaccino, ma che anzi si estenda al personale impegnato nelle attività di prevenzione e cura del Covid19. Ipotizzando, così, un nuovo e più ampio “scudo penale” per tutti gli operatori sanitari impegnati a combattere in prima linea l’emergenza pandemica. Gli argomenti hanno trovato già ampio spazio nella recente pubblicazione edita da Adda Editore – Collana Giuridica dal titolo “La responsabilità professionale sanitaria dopo il Coronavirus” a cura di Nicola Roberto Toscano.
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