Ci sono pedine, dadi e carte oltre a domande a cui rispondere
E’ il gioco da tavolo che aiuta bambini e adolescenti malati di cancro a tirare fuori le emozioni inespresse. Si chiama Shop Talk ed è nato negli Stati Uniti al National Cancer Institute di Betheseda.
A Firenze, al Meyer, alcune psicologhe lo stanno sperimentando in corsia.
Lo sanno bene anche i miei pazienti che pensieri ed emozioni vanno espresse durante la malattia oncologica. La rabbia divora, il senso di colpa annienta. La depressione non aiuta le cure chemioterapiche ad essere efficaci.
La paura protegge ma limita.
Che un gioco da tavolo possa essere uno strumento terapeutico è davvero rivoluzionario per i piccoli pazienti.
Il gioco si chiama shop talk perchè nelle caselle ci sono dieci negozi in tutto.
C’è il negozio di abbigliamento, quello di giocattoli, quello di animali e così via. Dentro ad ognuno ci sono delle carte che contengono una domanda, rispondendo alla quale si acquista un oggetto.
Si gioca in due o fino a sei giocatori. Lo psicologo è sempre presente, è un giocatore anche lui. Vince chi acquista più oggetti.
Le domande sono formulate per stimolare i piccoli pazienti ad indagare, comprendere le emozioni e i vissuti legati al cancro.
Ogni negozio ha il suo scopo: nel negozio dei vestiti i quesiti servono a far emergere come il bambino o l’adolescente crede lo vedano gli altri, in quello dei gioielli, come considera la realtà circostante.
E così via. Opportunità per i piccoli pazienti.
Terapia complementare assolutamente da estendere anche ad altre patologie o età.
Fanni Guidolin
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