Il comunicato stampa di Uil Fpl Verona
L’Aoui di Verona rappresenta una grande eccellenza sanitaria, di rilevanza internazionale. Investimenti costanti, alta tecnologia e cure innovative si integrano con ricerca scientifica, didattica e formazione, creando un sistema avanzato e qualificato che garantisce ai cittadini risposte tempestive, competenti e di elevata qualità assistenziale.
In un sistema sanitario complesso e ad alta specializzazione come l’Aoui di Verona assicurare organici adeguati non è una scelta opzionale, ma una condizione indispensabile per garantire qualità, sicurezza e continuità delle cure. L’elevato livello di assistenza, l’intensità dei percorsi clinici e la crescente complessità dei bisogni assistenziali comportano carichi di lavoro sempre più gravosi per il personale sanitario.
Senza un numero sufficiente di operatori, il rischio è duplice: da un lato l’impoverimento della qualità dell’assistenza offerta ai pazienti, dall’altro il progressivo logoramento professionale di chi ogni giorno garantisce il funzionamento dei servizi. Organici adeguati significano tempi di cura congrui, maggiore sicurezza, riduzione degli errori e valorizzazione delle competenze professionali. Investire sul personale non è quindi solo una risposta alle legittime esigenze dei lavoratori, ma un atto di responsabilità verso i cittadini e verso la sostenibilità dell’intero sistema sanitario pubblico.
La Uil Fpl Verona denuncia una situazione sempre più critica all’interno dell’Aoui di Verona, dove la grave carenza di operatori socio-sanitari sta determinando un ricorso improprio e sistematico agli infermieri per lo svolgimento di attività assistenziali indirette.
Numerose segnalazioni pervenute alla Uil Fpl evidenziano come gli infermieri vengano quotidianamente impiegati in mansioni quali l’accompagnamento dei degenti ai servizi diagnostici, il “pedonaggio” e l’approvvigionamento dei materiali. Attività che sottraggono tempo prezioso all’assistenza diretta, con ricadute significative sulla qualità delle cure e sulla sicurezza dei pazienti.
Un questionario anonimo rivolto al personale infermieristico iscritto alla Uil Fpl restituisce un quadro allarmante: nella sola settimana di riferimento dal 17 al 23 novembre 2025 oltre 150 infermieri hanno dovuto sostituire colleghi oss per uno o più turni, mentre 76 operatori dichiarano di svolgere abitualmente mansioni non previste dal profilo professionale infermieristico.
Le conseguenze sono evidenti e preoccupanti:
- il 68% degli infermieri si dichiara demotivato;
- il 63% segnala un peggioramento della qualità dell’assistenza;
- il 52% individua nella disorganizzazione del lavoro la principale causa del disagio.
A farne le spese è, ancora una volta, il paziente. “Se gli infermieri sono costretti a svolgere attività non assistenziali – afferma Luca Molinari, responsabile Sanità di Uil Fpl Verona –, chi garantisce l’assistenza diretta ai degenti? Questa situazione non è più tollerabile”.
“Il dato più grave – incalza Marco Bognin, segretario generale di Uil Fpl Verona – è che il 79% del personale intervistato ha segnalato formalmente queste criticità senza ricevere alcuna risposta. Questo dimostra che il problema non è occasionale, ma è ormai diventato strutturale”.
A fronte di una carenza stimata di almeno 230 oss, di una graduatoria ancora ferma e dell’assenza di soluzioni organizzative efficaci, la Uil Fpl Verona chiede con forza un cambio di passo immediato: servono assunzioni urgenti e la creazione di un’equipe dedicata ai trasporti interni, non il continuo impoverimento e snaturamento del ruolo infermieristico.
Particolare sofferenza viene segnalata nel reparto di Geriatria A, diretto dal dottor Vincenzo Di Francesco, dove da oltre due mesi il personale oss e infermieristico è costretto a garantire la continuità assistenziale attraverso turni di dieci ore, continui richiami in servizio e carichi di lavoro non sostenibili. Situazione analoga si registra anche all’Ospedale Donna Bambino, dove sono stati disposti ordini di servizio di dodici ore anche nei confronti di personale oss con contratto part-time, aggravando ulteriormente una ondizione già fortemente critica.
Abbiamo inoltre accertato che la recente apertura dell’ospedale di comunità di Borgo Roma è avvenuta senza alcun incremento del personale infermieristico e degli operatori socio-sanitari (oss), determinando così la sottrazione di risorse assistenziali da altri reparti.
“Questa organizzazione del lavoro appartiene al passato – conclude Molinari –. È il tempo delle scelte: gli infermieri devono tornare a occuparsi di assistenza diretta, nell’interesse esclusivo dei pazienti”.
“La situazione sta diventando insostenibile – aggiunge Bognin –. Abbiamo chiesto un intervento immediato alla Regione Veneto e un vero cambio di passo. In gioco c’è la tenuta dei servizi e il diritto dei cittadini ricoverati a ricevere cure adeguate e sicure”.
La replica dell’Aoui Verona
L’Aoui Verona smentisce però i dati forniti dal sindacato: “A tutt’oggi sono 747 gli oss in servizio, con tre unità in più rispetto a fine 2024. Non c’è quindi nessuna grave carenza di operatori socio-sanitari, visto che il turnover 2025 è stato interamente ripristinato con 63 cessazioni e 67 assunzioni. Questi sono i numeri ufficiali a disposizione dei rappresentanti sindacali, che corrispondono alla programmazione aziendale, nel rispetto dei vincoli regionali di spesa e dei reali servizi attivi negli ospedali”.
E ancora: “I numeri riportati dal questionario Uil stimano una carenza totale sulla base di una settimana con 7.768 turni in cui eventualmente solo il 2% dei turni avrebbe avuto infermieri intervenuti al posto dell’operatore. Mentre in Geriatria A, negli ultimi tre mesi, sono stati solo quattro i turni con prolungamento di orario. Infine non risulta nemmeno che gli infermieri siano normalmente distratti da altre mansioni, mettendo a repentaglio la sicurezza dei pazienti”.
Redazione Nurse Times
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