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Qualità di vita nel paziente con carcinoma del colon retto sottoposto a trattamenti chemioterapici in relazione alla fatigue

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Introduzione di Gaia Pomar…

Con il progetto editoriale Nurse EXperimental Thesis (NExT), Nurse Times ([email protected] vuole dare la possibilità ai Neo-Laureati ed agli studenti ancora in corso,che hanno creato una tesi sperimentale,di avere una maggiore diffusione e divulgazione del loro lavoro di ricerca tramite uno spazio web.

Il collega Sabino Frisario, presenta il suo elaborato dal titolo “La qualità di vita nel paziente con carcinoma del colon retto sottoposto a trattamenti chemioterapici in relazione alla fatigue”, .

…Abstract

Negli ultimi anni l’interesse dei sanitari si è spostato dalla malattia al malato, questo ha avvantaggiato l’assistenza verso i sintomi del paziente oncologico come la fatigue e di conseguenza si sono sviluppati anche un numero sempre maggiore di strumenti di valutazione il cui valore per la pratica clinica, essendo stati principalmente utilizzati nel campo della ricerca, è tuttavia discutibile.
Una definizione precisa sulla qualità di vita non c’è, ma molti, tra gli studiosi e organizzazioni, concordano che sia un fenomeno soggettivo. L’ OMS, organizzazione mondiale della sanità, definisce la salute uno stato di completo benessere fisico, mentale, sociale e non semplicemente assenza di malattia o infermità. La qualità della vita riferisce ad una valutazione soggettiva con implicazioni positive e negative. E’ un insieme multidimensionale nel quale si intersecano una rete di relazioni, aspettative e bisogni soggettivi e oggettivi.
Il tumore del colon retto o carcinoma del colon retto, comunemente noto come “cancro dell’intestino”, è causato dalla proliferazione incontrollata delle cellule della mucosa che riveste le pareti interne dell’organo. Se un tumore del colon retto viene rilevato in tessuti od organi diversi si definisce: “cancro del colon retto metastatico”. Le metastasi vengono denominate in base alla loro localizzazione: se si trovano nel fegato vengono chiamate “metastasi epatiche da cancro del colon retto”. Il 25% dei pazienti a cui è diagnosticato il tumore del colon retto si trova già in fase metastatica. Invece, tra i pazienti con tumore del colon retto diagnosticato in fase di malattia localizzata, il 50% sviluppa metastasi nel periodo post-operatorio.
La conoscenza dello stadio della malattia è importante per fornire al paziente delle cure il più possibile appropriate, e per formulare una probabile prognosi.

Nel tumore (carcinoma) del colon sono identificabili quattro stadi:

  • STADIO 0: il carcinoma in stadio molto precoce, localizzato alla mucosa, il tessuto che tappezza il lume del colon, senza invaderla in tutto il suo spessore;
  • STADIO I: il carcinoma invade tutto lo spessore della mucosa e raggiunge la membrana che la separa dagli strati piu esterni;
  • STADIO II: il carcinoma si è diffuso agli strati di tessuto muscolare del colon;
  • STADIO III: il carcinoma si è diffuso ai linfonodi;
  • STADIO IV: il carcinoma si è diffuso ad altri organi(metastasi).

Mediante la scala di valutazione come SF-36  è stato effettuata come screening per ottenere miglioramenti nella gestione clinica nei pazienti e nella soddisfazione delle cure. L’SF-36 è un questionario sullo stato di salute del paziente che è caratterizzato dalla brevità (mediamente il soggetto impiega non più di 10 minuti per la sua compilazione) e dalla precisione (lo strumento è valido e riproducibile). Lo SF-36 è composto da 36 item che esplorano 8 aree, l’Attività fisica (AF), il ruolo e la salute fisica (RF), il Dolore fisico (BF), la Salute in generale (SG), la Vitalità (VT), le Attività sociali (AS), il ruolo e lo stato emotivo (RE), la Salute mentale (SM) e il cambiamento nello stato di salute (CS).
L’utilizzo dei diari nell’educazione terapeutica come strumento educativo nella gestione della fatigue relazionata al cancro, rimane poco diffuso o non documentato scientificamente. In letteratura l’impiego del diario nella gestione della fatigue riguarda principalmente l’attività di raccolta dei dati come strumento di monitoraggio dei sintomi quotidiani e del livello di fatigue, mentre è poco diffuso il suo utilizzo per descrivere gli aspetti emozionali e le strategie adottate dai pazienti per affrontare la fatigue.
Il nostro studio ha come obiettivo specifico la misurazione della qualità della vita in pazienti affetti sottoposti a trattamenti chemioterapeutici in associazione alla fatigue risentita.
Il ruolo dell’infermiere è fondamentale nella fase di valutazione della fatigue ed è essenziale instaurare una buona relazione col paziente per identificarla. Il paziente dovrebbe essere interrogato sulla presenza di fatigue e di altri sintomi e sul livello con cui la fatigue predomina sulle altre cause di disagio. Il paziente deve essere educato sull’utilizzo di strategie per gestire la fatigue, come conservare l’energia (stabilire delle priorità, programmare attività), distrazioni (musica, lettura), gestione dello stress (tecniche di rilassamento, esercizio mentale) al fine di portare a livelli ottimali la qualità di vita.

I test sono stati effettuati in due tempi:

  • tempo 0 (T0), basale (al momento della visita)
  • tempo 1 (T1), dopo un mese (al momento in cui si sottoponevano a trattamenti chemioterapeutici).

Nel contempo tra il T0 e il T1 si è pregato il paziente di compilare un diario dove descrivere mediante apposite crocette il livello di fatigue nei vari giorni di trattamento, in modo da poter poi valutare come il trattamento influisce sulle forze del paziente. Sottoponendo poi il diario della fatigue al Medico Oncologo e poi, alla dimissione al Medico di Medicina Generale, si potrà visualizzare l’andamento e individuare la terapia farmacologica più efficace.
Al momento dell’ingresso dell’ospedale del paziente si è evidenziata una reazione particolarmente sfavorevole alla cronicità della malattia, mostrando uno stato emotivo (RE), una percezione del proprio ruolo fisico (RF), una percezione della fisicità dei pazienti(AF), particolarmente negativi a tempo 0; inoltre si sono evidenziati importanti risultati relativamente al miglioramento della qualità di vita, della salute generale (SG), dell’interazione con l’ambiente (VT), relativamente ai diversi aspetti psico-sociali della quotidianità in particolare riguardanti la qualità delle relazioni sociali (AS), e una migliore percezione del cambiamento dello stato di salute, che si collega ad una sensibile riduzione del dolore fisico (DF).
In seguito al mese  di terapia si nota un miglioramento nella descrizione della fatigue percepita al T1 dovuta al confronto più accurato col Medico Oncologo tramite l’utilizzo del diario, definito dai pazienti come “il loro pensatoio”; è possibile notare come il livello di fatigue  sia diminuito, infatti aumenta la percentuale del fatigue lieve rispetto a quella della fatigue molto forte.
La qualità di vita del paziente oncologico gioca, dunque, lungo un insieme complesso di relazioni ed è direttamente correlata alla qualità delle cure che riceve. Questa ricerca sperimentale, volta a valutare il grado di soddisfazione del paziente, per verificare la relazione fra miglioramento della qualità di vita e miglioramento della fatigue mediante un vero intervento infermieristico, dove l’essere educatore in tali dinamiche viene prima di tutto.
Alleviare i sintomi fisici e fornire un supporto psicologico costituisce l’obiettivo principale per migliorare la qualità della vita del paziente, ma non deve bastarci.
Essendo professionisti abbiamo il dovere di accompagnare in questo doloroso percorso i nostri pazienti, che riescano a superarlo oppure no e non dobbiamo spaventarci se, ogni tanto, le loro ci sembreranno debolezze insormontabili.

Sabino Frisario

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