“Molto rumore per nulla”. Barbara Mangiacavalli liquida così le polemiche che hanno accompagnato l’apertura alla prescrizione infermieristica da parte del ministro della Salute, Orazio Schillaci. “Si tratta della possibilità che l’infermiere possa prescrivere presidi e ausili per assistenza infermieristica: presidi per incontinenza, per le stomie, per la gestione di medicazioni avanzate”, spiega all’Ansa la presidente Fnopi.
Un’attività che in diversi Paesi europei è consolidata da anni. “In Spagna, per esempio, gli infermieri possono prescrivere, oltre a presidi e ausili per bisogni infermieristici, anche farmaci selezionati – ricorda Mangiacavalli -. Altrove prescrivono test diagnostici, e sempre più spesso esami come l’ecografia vengono usati dallo stesso infermiere per rilevare il bisogno di assistenza. Individuato il bisogno, l’infermiere formula una diagnosi infermieristica su quale sia l’intervento infermieristico o lo strumento assistenziale necessario”.
E proprio quest’ultimo punto ha indispettito Filippo Anelli, presidente Fnomceo, che rivendica l’esclusività della diagnosi in capo ai medici. “Ma non esiste solo la diagnosi medica – precisa Mangiacavalli -. Nel nostro caso parliamo di diagnosi infermieristica, vale a dire la definizione di un bisogno di assistenza infermieristica in capo al paziente”.
Qualche esempio? L’incontinenza urinaria, un’ulcera da decubito o la gestione della sacca per una stomia. Tutte attività già svolte, sebbene sotto traccia, dagli infermieri. “Negli ambulatori dedicati sono gli infermieri che si prendono cura delle stomie, individuano il dispositivo più adatto al paziente e poi indicano cosa serve al paziente (e qualcun altro lo scrive)”, ribadisce Mangiacavalli. E lo stesso avviene spesso sul territorio: “In questo caso il referente è il medico di famiglia”.
Contestuale sarà l’istituzione di alcune specializzazioni infermieristiche, annunciata sempre da Schillaci. “Le lauree magistrali non sono qualcosa che si concretizzerà domani – dice Mangiacavalli -. Al momento il ministero della Salute ha dato indicazione a quello dell’Università sulle competenze che dovranno essere acquisite nell’ambito di tre nuove lauree magistrali specialistiche. In questo ambito una delle competenze da sviluppare si prevede possa essere la prescrizione. Ci vorrà almeno un anno e mezzo per arrivare a qualcosa di concreto: tempo utile per trovare equilibri e sinergie”.
Redazione Nurse Times
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