La proposta di consentire agli infermieri di prescrivere presidi e ausili sanitari divide il mondo della sanità: i medici rivendicano le proprie competenze esclusive
La recente proposta di consentire agli infermieri la prescrizione di presidi e ausili sanitari (VEDI) ha sollevato un acceso dibattito tra medici e infermieri, riaccendendo la discussione sulle competenze professionali in ambito sanitario. I medici si sono subito espressi con sconcerto, mentre gli infermieri hanno accolto l’innovazione come un passo avanti nell’ottimizzazione del percorso di cura.
Medici: “La prescrizione è una nostra competenza esclusiva”
Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (FNOMCeO), ha dichiarato di essere “sconcertato e rammaricato” per il mancato coinvolgimento dei medici in questo provvedimento.
“La prescrizione presuppone una diagnosi, e la diagnosi è di competenza del medico,” ha spiegato Anelli, sottolineando che tale competenza deriva dal percorso di studi e dalla legge, non da un’autoproclamazione. “La diagnosi è un atto medico complesso che richiede conoscenze approfondite, acquisite in anni di studi, non in uno o due esami universitari.”
Anelli ha inoltre dichiarato che la FNOMCeO attende di esaminare il provvedimento nel dettaglio, avvertendo che, qualora venissero attribuite ad altri professionisti competenze esclusive del medico, l’ordine potrebbe valutare l’impugnazione della misura.
Infermieri: “Si ottimizza il percorso di cura”
Dall’altra parte, Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (FNOPI), ha offerto una visione diversa. “Non stiamo chiedendo niente di nuovo,” ha chiarito. “Oggi, l’infermiere già richiede questi dispositivi al medico, che li prescrive. Questa innovazione serve a ottimizzare il percorso di presa in carico del paziente.”
Mangiacavalli ha voluto sottolineare che gli infermieri non intendono sostituirsi ai medici nella diagnosi medica, che rimane di loro esclusiva competenza. Ha ricordato, però, l’esistenza della diagnosi infermieristica assistenziale, riconosciuta nel profilo professionale da oltre trent’anni. “Con una laurea magistrale, gli infermieri potranno finalmente prescrivere quei presidi e ausili necessari per l’assistenza infermieristica, migliorando così l’efficienza del sistema sanitario.”
Una questione di competenze e integrazione
Questa controversia mette in luce la necessità di ridefinire chiaramente le competenze professionali all’interno del sistema sanitario, per evitare sovrapposizioni e garantire un’assistenza integrata ed efficiente. Se da un lato i medici difendono la specificità del loro ruolo, dall’altro gli infermieri chiedono il riconoscimento delle proprie competenze, sottolineando che il loro contributo può portare a una migliore gestione del paziente.
Il dibattito è destinato a proseguire, con la FNOMCeO e la FNOPI pronte a difendere le rispettive posizioni. Resta ora da vedere quale sarà il contenuto definitivo del provvedimento e se questo porterà effettivamente a un’evoluzione positiva del percorso di cura.
Redazione Nurse Times
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