Con il prot. n. 20250033993 del 28 luglio 2025, il direttore sanitario dell’Ospedale San Carlo di Potenza impone ai coordinatori infermieristici di registrare flusso e torbidità dell’acqua: una procedura di prevenzione Legionella che solleva interrogativi sul ruolo del personale.
Un nuovo protocollo per la prevenzione Legionella
L’Ospedale San Carlo di Potenza ha emanato, in data 28 luglio 2025, l’ordine di servizio prot. n. 20250033993 volto alla prevenzione e al controllo della Legionella. Tra le misure indicate, sorprende l’attribuzione ai coordinatori infermieristici del compito di monitorare e registrare dettagliatamente caratteristiche apparentemente visive dell’acqua: flussaggio, modalità di erogazione e torbidità, richiedendo descrizioni quali “a schizzo”, “a ventaglio” o “fangosa”.
Il ruolo degli infermieri nel registro di monitoraggio
Secondo il documento ufficiale, allegato alla comunicazione del direttore sanitario, gli infermieri devono compilare un apposito Registro di flussaggio e torbidità dell’acqua. Ogni controllo dovrà riportare:
- Orario di erogazione: ora precisa del campionamento;
- Modalità di flusso: lento, veloce, a tratti, a garganella, a onde;
- Caratteristiche organolettiche e visive: acqua torbida, salmastra, calcica, limacciosa.
La finalità dichiarata è di individuare eventuali anomalie che possano suggerire la presenza di Legionella, batterio invisibile a occhio nudo, largo appena 0,001 mm e lungo al massimo 0,005 mm. Il protocollo include inoltre il coinvolgimento di due tecnici della prevenzione per “assistere gli infermieri legionellologi” durante le operazioni di controllo.
Criticità e reazioni
La notizia ha suscitato immediata perplessità tra gli operatori sanitari, che sottolineano come l’osservazione visiva non possa in alcun modo rilevare un microrganismo così minute dimensioni. Alcuni infermieri hanno ironizzato sull’assurdità, chiedendosi se non fosse più efficace un’analisi microbiologica tradizionale piuttosto che un resoconto stilistico del flusso d’acqua.
Sul piano organizzativo, emerge il rischio di distogliere il personale infermieristico dalle funzioni clinico-assistenziali, gravando coordinatori già oberati di responsabilità e contribuendo a una complicazione burocratica. Tuttavia, il direttore sanitario difende l’iniziativa, sostenendo che la collaborazione interprofessionale e la meticolosità dei controlli possano contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sicurezza e premialità aziendale.
Best practice per il controllo Legionella
Gli esperti di prevenzione ambientale ribadiscono che il monitoraggio efficace della Legionella prevede:
1. Prelievo dei campioni d’acqua, inviati a laboratorio accreditato;
2. Analisi di coltura batterica e PCR per quantificare la carica microbica;
3. Manutenzione impianti e flussaggi periodici con protocolli termici o chimici;
4. Formazione specifica del personale su tecniche e rischi.
Solo con un approccio sistematico e basato sull’evidenza scientifica è possibile fronteggiare la legionellosi, estremamente pericolosa per i soggetti a rischio.
Redazione NurseTimes
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