Ha fatto scalpore la nomina nel Gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni (Nitag) di due medici noti per aver avanzato in più occasioni dubbi sui vaccini. Uno di loro è Paolo Bellavite, ematologo in pensione dal 2017, docente di Patologia generale all’Università di Verona per quasi 40 anni, oggi docente di Fisiopatologia alla Scuola di medicina omeopatica della città scaligera.
Intervistato, tra gli altri, dal Secolo d’Italia, Bellavite si dice amareggiato dalle critiche di buona parte della comunità scientifica, respingendo l’etichetta di no vax: “Un dibattito scientifico non funziona così – si difende -. Loro mi criticano perché pensano che io sia un no vax, che sia contrario ai vaccini. Invece sono uno studioso che ha indagato anche i vaccini. Li ho studiati molto a fondo e conosco i pro e i contro, i pregi e i difetti. Alcuni vaccini sono molto utili, altri meno e altri ancora sono inutili. Dipende dall’età del vaccinato e da tanti altri fattori. Bisogna studiare l’argomento scientificamente, non con le polemiche. I miei colleghi sbagliano nel sostenere che nel Nitag ci sono due persone contrarie ai vaccini, mentre gli altri sarebbero tutti favorevoli”.
E ancora: “Il Nitag non è un organismo favorevole ai vaccini tout court. È favorevole a una buona politica vaccinale e ai vaccini buoni e utili. Si tratta di un organo consultivo e tecnico di cui si serve il ministro. Se tutti i vaccini fossero perfetti e necessari, il Nitag non servirebbe. È perché esistono problemi o dubbi su alcuni aspetti che noi esperti veniamo consultati”.
Poi, entrando nel dettaglio: “Alcuni vaccini anti-Covid sono stati più dannosi di altri. Astrazeneca, ad esempio, non lo fanno neanche più perché era dannoso per i giovani. Alcuni di loro sono morti e, senza quel vaccino, probabilmente sarebbero ancora vivi. Vorrei che fosse chiaro che non sono contrario per principio e che parlerò sulla base delle evidenze scientifiche. Se il Nitag stabilirà che i vaccini sono idonei, li autorizzerà. Altrimenti chiederà al ministro di svolgere approfondimenti per fugare ogni dubbio”.
Bellavite argomenta così la sua posizione sui vaccini: “La loro utilità dipende molto dall’età. Per i giovani e i bambini sono stati più dannosi che utili. Man mano che si avanza con l’età vi è una maggiore utilità per certe fasce di popolazione, soprattutto quelle a rischio. Un bilancio finale, però, deve esser ancora fatto. Al momento l’efficacia della campagna vaccinale è stata molto modesta. Secondo alcuni, l’efficacia sulla trasmissione del virus è stata nulla, mentre secondo altri i vaccinati addirittura contagiavano di più rispetto ai non vaccinati. Per questo che dico che il Green Pass è stato un imbroglio”.
Conclude Bellavite: “Durante la pandemia fu commesso l’errore di spacciare tutti i vaccini come sicuramente utili e di dire che gli effetti avversi erano casi isolati. L’errore fu di lasciar scegliere la strategia vaccinale a Draghi e Speranza, menter il Nitag non fu nemmeno consultato”.
Redazione Nurse Times
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