Si è tenuto oggi il tavolo tecnico sulla nascita della nuova figura ibrida: metà oss e metà infermiere grazie ad un percorso formativo di 300 ore tra teorie e pratica che agirà sotto la supervisione di quest’ultimo.
Sul tavolo tecnico era presente l’associazione più rappresentativo degli oss: il MIgep con il suo presidente Angelo Minghetti in collaborazione con il sindacato SHC.
All’incontro tenutosi alle ore 12 in regione presso l’assessorato al welfare erano presenti, oltre al Migep:
- gli Ordini degli infermieri lombardi
- le associazioni che rappresentano le strutture socio sanitarie lombarde (RSA, RSD, CSS, SRM, CDD, CDI)
- confcooperative;
- i rappresentanti di UNEBA, AIOP
- i dirigenti in staff all’assessorato
- i rappresentanti delle associazioni dei pazienti
Il Migep contrario all’istituzione del super oss, porta sul tavolo un documento con una serie di interrogativi a cui si dovrà rispondere.
Si procederà con l’attivazione/accreditamento di un percorso di formazione per infermieri referenti per l’inserimento degli O.S.S. con formazione complementare in assistenza sanitarie in strutture residenziali semiresidenziali per anziani e per persone con disabilità.
L’accesso alla formazione avviene su segnalazione dei nominativi da parte delle strutture, è definito il requisito della conoscenza livello B2 della lingua italiana per il personale straniero.
“Ciò che ci preoccupa di più – commenta Minghetti – è la parte relativa alla attribuzione/delega/responsabilità. Quali saranno i limiti della responsabilità? Un oss fc potrà firmare il foglio di terapia? Come sarà retribuito l’oss fc?”
Questi alcuni degli interrogativi formulati.
Redazione NurseTimes
Allegato
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- L’approccio Systemic Conscious Leadership (SCL) per un’innovativa visione della leadership infermieristica
- Oristano, foglio con insulti a medici e infermieri affisso davanti all’ospedale. Asl 5: “Episodio intollerabile”
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