Home Infermieri Normative L’infermiere e il personale ausiliario OSS e OTA
Normative

L’infermiere e il personale ausiliario OSS e OTA

Condividi
Infermieri: se lavorano troppo aumenta la mortalità dei pazienti 1
Condividi

 

Con il D.M. /39/94 l’infermiere, da figura ausiliaria diviene, per legge, un professionista sanitario autonomo e con una propria responsabilità professionale.

Inoltre, all’art. 1 co.3, paragrafo F, il DM specificato recita che “l’infermiere per l’espletamento delle proprie funzioni si avvale, ove necessario, dell’opera del personale di supporto”. Questo sta a significare che, l’infermiere, si avvale degli operatori di supporto dove e quando lo ritiene necessario e non se è presente o se l’amministrazione lo prevede.

La presenza del personale di supporto è, pertanto, necessaria nel servizio affinché il responsabile della assistenza infermieristica possa pianificare e gestire gli interventi assistenziali e, anche, igienico – domestico – alberghiero.

Il fatto che l’infermiere è il responsabile dell’assistenza infermieristica non vuol dire che sono di sua competenza anche le attività igienico-domestico-alberghiere.

Un esempio può essere fatto grazie al DPR 128/1969 in cui viene identificato nel primario (oggi Direttore di u.o.) il responsabile di tutta l’assistenza erogata ai degenti. Eppure, nonostante sia il responsabile di tutta l’assistenza nessuno si sognerebbe di chiedere al Primario di portare un padella a un paziente. Quindi, si può affermare che il termine responsabilità nel profilo professionale infermieristico significa che ogni ausiliario deve far riferimento all’infermiere, l’unico professionista sanitario in grado di gestire, pianificare e valutare l’assistenza infermieristica.

L’infermiere deve, pertanto, prescrivere disposizioni esecutive al personale ausiliario, affinché ogni bisogno sia adeguatamente soddisfatto.

Anche a livello contrattuale, l’infermiere è inserito nella categoria in cui si trovano le figure professionali che “ricoprono posizioni lavorative che richiedono, oltre a conoscenze teoriche specialistiche e/o gestionali in relazione a titoli di studio e professionali conseguiti, autonomia e responsabilità proprie, capacità organizzative, di coordinamento e gestionali caratterizzate da discrezionalità operative…richiedendo a titolo esemplificativo e, anche, disgiuntamente: autonomia e responsabilità dei risultati conseguiti; ampia discrezionalità operativa…”.

Inoltre, l’art. 2229 del c.c. collega la professione infermieristica al novero delle professioni intellettuali e, pertanto, il suo svolgimento non si può esaurire in una mera esecuzione manuale non connotata da elementi scientifici.

Molte volte, gli infermieri, discutendo tra loro affermano di essere in possesso di un profilo professionale che rende vaghe le varie attività che sono di propria competenza.

In realtà, non è così.

La L. 42/99 stabilisce che il campo proprio dell’attività professionale infermieristica è data da:

– Profilo professionale infermieristico (DM 739/94),
– Codice deontologico infermieristico,
– Formazione di base e post-base.

Il limite a tutto questo è data dalle competenze previste per gli altri operatori sanitari:

– Le competenze mediche sono Diagnosi differenziali e attività prescrittiva.
– Le competenze di tutti gli altri professionisti sanitari sono definite dai rispettivi profili professionali.

Oltre a quanto stabilito dalla suddetta legge, per verificare se un’attività spetta all’infermiere, la giurisprudenza applica due principi, in sinergia tra loro:

il Principio di residualità: tutto quanto previsto per le altre figure sanitarie, non è compito dell’infermiere,
il Principio analogico: verificare se un dato compito può essere affidato a una data figura per analogia con un’altra attività a lui affidata.

In questo modo, secondo un’ottica multiprofessionale, il medico, l’infermiere, l’OTA/OSS e tutti gli altri sanitari operano sinergicamente al fine di soddisfare tutti i bisogni del paziente.

Per valutare, quindi, le attività che l’infermiere deve svolgere bisogna identificare e, quindi conoscere, oltre al proprio profilo e quello delle altre professioni sanitarie, anche quello del personale ausiliario:

– O.T.A.: L’operatore tecnico addetto all’assistenza svolge la propria attività nei seguenti campi ed opera sotto la diretta responsabilità dell’operatore professionale di categoria coordinatore (Capo sala) o, in assenza di quest’ultimo, dell’infermiere professionale responsabile del turno di lavoro: – attività alberghiere; – pulizia e manutenzione di utensili, apparecchi, presidi usati dal paziente e dal personale medico ed infermieristico per l’assistenza al malato; – in collaborazione con l’infermiere professionale per atti di accudimento semplici al malato.
Nell’ambito di competenza oltre a svolgere i compiti dell’ausiliario addetto ai servizi socio sanitari, esegue le seguenti ulteriori funzioni:

  • lavaggio, asciugatura e preparazione del materiale da inviare alla sterilizzazione e relativa conservazione;
  • provvede al trasporto degli infermi in barella ed in carrozzella ed al loro accompagnamento se deambulanti con difficoltà
  • trasporto del materiale biologico, sanitario ed economale secondo protocolli stabiliti;
  • rifacimento del letto non occupato e l’igiene dell’unità di vita del paziente (comodino, letto, apparecchiature)
  • preparazione dell’ambiente e dell’utente per il pasto e aiuto nella distribuzione e nell’assunzione;
  • riordino del materiale e pulizia del malato dopo il pasto;
  • aiuta il paziente nel cambio della biancheria e nelle operazioni fisiologiche;
  • comunicazione all’infermiere professionale di quanto sopravviene durante il suo lavoro in quanto ritenuto incidente sull’assistito e sull’ambiente;
  • partecipazione con l’équipe di lavoro, limitatamente ai propri compiti;
  • esecuzione dei compiti affidati dal Capo sala. In collaborazione o su indicazione dell’infermiere professionale provvede: – al rifacimento del letto occupato; all’igiene personale del paziente, al posizionamento ed al mantenimento delle posizioni terapeutiche.

REQUISITI CULTURALI: diploma di scuola media secondaria di I grado.

MODALITA’ DI ACCESSO: secondo quanto stabilito dall’articolo 40 comma 3 del presente regolamento. “ Tutto quanto deputato all’OTA non può essere deputato anche all’infermiere, così come previsto dal principio di residualità, analogico e multiprofessionale.

– O.S.S.: – Accordo Conferenza Stato – Regioni del 22 Febbraio 2001 “ … Allegato A: ELENCO DELLE PRINCIPALI ATTIVITÀ PREVISTE PER L’OPERATORE SOCIO SANITARIO

1) Assistenza diretta ed aiuto domestico alberghiero: assiste la persona, in particolare non autosufficiente o allettata, nelle attività quotidiane e di igiene personale; realizza attività semplici di supporto diagnostico e terapeutico; collabora ad attività finalizzate al mantenimento delle capacità psico-fisiche residue, alla rieducazione, riattivazione, recupero funzionale; realizza attività di animazione e socializzazione di singoli e gruppi; coadiuva il personale sanitario e sociale nell’assistenza al malato anche terminale e morente; aiuta la gestione dell’utente nel suo ambito di vita; cura la pulizia e l’igiene ambientale.
2) Intervento igienico sanitario e di carattere sociale: osserva e collabora alla rilevazione dei bisogni e delle condizioni di rischio-danno dell’utente; collabora alla attuazione degli interventi assistenziali; valuta, per quanto di competenza, gli interventi più appropriati da proporre; collabora alla attuazione di sistemi di verifica degli interventi; riconosce ed utilizza linguaggi e sistemi di comunicazione/relazione appropriati in relazione alle condizioni operative; mette in atto relazioni-comunicazioni di aiuto con l’utente e la famiglia, per l’integrazione sociale ed il mantenimento e recupero della identità personale.
3) Supporto gestionale, organizzativo e formativo: utilizza strumenti informativi di uso comune per la registrazione di quanto rilevato durante il servizio; collabora alla verifica della qualità del servizio; concorre, rispetto agli operatori dello stesso profilo, alla realizzazione dei tirocini ed alla loro valutazione; collabora alla definizione dei propri bisogni di formazione e frequenta corsi di aggiornamento; collabora, anche nei servizi assistenziali non di ricovero, alla realizzazione di attività semplici.
Allegato B: COMPETENZE DELL’OPERATORE SOCIO SANITARIO

Competenze tecniche In base alle proprie competenze ed in collaborazione con altre figure professionali, l’operatore socio sanitario sa attuare i piani di lavoro. È in grado di utilizzare metodologie di lavoro comuni (schede, protocolli ecc.). È in grado di collaborare con l’utente e la sua famiglia: nel governo della casa e dell’ambiente di vita, nell’igiene e cambio biancheria; nella preparazione e/o aiuto all’assunzione dei pasti; quando necessario, e a domicilio, per l’effettuazione degli acquisti; nella sanificazione e sanitizzazione ambientale.

È in grado di curare la pulizia e la manutenzione di arredi e attrezzature, nonché la conservazione degli stessi e il riordino del materiale dopo l’assunzione dei pasti. Sa curare il lavaggio, l’asciugatura e la preparazione del materiale da sterilizzare. Sa garantire la raccolta e lo stoccaggio corretto dei rifiuti, il trasporto del materiale biologico sanitario, e dei campioni per gli esami diagnostici, secondo protocolli stabiliti.

Sa svolgere attività finalizzate all’igiene personale, al cambio della biancheria, all’espletamento delle funzioni fisiologiche, all’aiuto nella deambulazione, all’uso corretto di presidi, ausili e attrezzature, all’apprendimento e mantenimento di posture corrette. In sostituzione e appoggio dei famigliari e su indicazione del personale preposto è in grado di: aiutare per la corretta assunzione dei farmaci prescritti e per il corretto utilizzo di apparecchi medicali di semplice uso; aiutare nella preparazione alle prestazioni sanitarie; osservare, riconoscere e riferire alcuni dei più comuni sintomi di allarme che l’utente può presentare (pallore, sudorazione ecc.); attuare interventi di primo soccorso; effettuare piccole medicazioni o cambio delle stesse; controllare e assistere la somministrazione delle diete; aiutare nelle attività di animazione e che favoriscono la socializzazione, il recupero ed il mantenimento di capacità cognitive e manuali; collaborare ad educare al movimento e favorire movimenti di mobilizzazione semplici su singoli e gruppi; provvedere al trasporto di utenti, anche allettati, in barella carrozzella; collaborare alla composizione della salma e provvedere al suo trasferimento; utilizzare specifici protocolli per mantenere la sicurezza dell’utente, riducendo al massimo il rischio; svolgere attività di informazione sui servizi del territorio e curare il disbrigo di pratiche burocratiche; accompagnare l’utente per l’accesso ai servizi.

Competenze relative alle conoscenze richieste

Conosce le principali tipologie di utenti e le problematiche connesse. Conosce le diverse fasi di elaborazione dei progetti di intervento personalizzati. Riconosce per i vari ambiti, le dinamiche relazionali appropriate per rapportarsi all’utente sofferente, disorientato, agitato, demente o handicappato mentale ecc. È in grado di riconoscere le situazioni ambientali e le condizioni dell’utente per le quali è necessario mettere in atto le differenti competenze tecniche. Conosce le modalità di rilevazione, segnalazione e comunicazione dei problemi generali e specifici relativi all’utente. Conosce le condizioni di rischio e le più comuni sindromi da prolungato allettamento e immobilizzazione. Conosce i principali interventi semplici di educazione alla salute, rivolti agli utenti e ai loro famigliari. Conosce l’organizzazione dei servizi sociali e sanitari e quella delle reti informali.
Competenze relazionali Sa lavorare in equipe. Si avvicina e si rapporta con l’utente e con la famiglia, comunicando in modo partecipativo in tutte le attività quotidiane di assistenza; sa rispondere esaurientemente, coinvolgendo e stimolando al dialogo. È in grado di interagire, in collaborazione con il personale sanitario, con il malato morente. Sa coinvolgere le reti informali, sa rapportarsi con le strutture sociali, ricreative, culturali dei territori.

Sa sollecitare ed organizzare momenti di socializzazione, fornendo sostegno alla partecipazione ad iniziative culturali e ricreative sia sul territorio che in ambito residenziale.

È in grado di partecipare all’accoglimento dell’utente per assicurare una puntuale informazione sul servizio e sulle risorse. È in grado di gestire la propria attività con la dovuta riservatezza ed eticità. Affiancandosi ai tirocinanti, sa trasmettere i propri contenuti operativi.

Carmelo Rinnone

Condividi

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli Correlati