Infermieri di una unità operativa italiana: la rassegnazione di fronte a un piano di lavoro demotivante e demansionante
Arriva alla mail della nostra redazione ([email protected]) un ipotetico piano di lavoro che lascia presagire un modello organizzativo vetusto basato sullo sfruttamento infermieristico.
Il piano di lavoro costringe gli infermieri ad assumere compiti sproporzionati rispetto alla loro formazione e competenze. In particolare, il piano richiede agli infermieri di svolgere attività tradizionalmente associate agli operatori socio-sanitari, minando così il loro ruolo e le loro capacità professionali.
Il piano di lavoro prevede che gli infermieri si occupino della risposta alle chiamate dei pazienti e della sorveglianza, del giro letti
Inoltre, per l’intera durata del turno, tre infermieri devono soddisfare i bisogni primari dei pazienti, aggiornare il diario infermieristico, mobilizzare i pazienti allettati o coerciti e gestire pazienti coerciti secondo una specifica procedura operativa. Tutto ciò viene a discapito del tempo dedicato alla cura diretta dei pazienti e della qualità dell’assistenza infermieristica fornita.
Il risultato è un modello organizzativo che mortifica e demansiona gli infermieri, i quali vedono ridotte le loro competenze professionali in favore di compiti meno qualificati e adatti ad altri operatori sanitari. Questo piano di lavoro non solo penalizza la categoria professionale degli infermieri, ma mina anche la qualità complessiva dell’assistenza sanitaria fornita ai pazienti.
È quindi necessario porre fine a questo modello organizzativo che, oltre a dequalificare gli infermieri, sottrae risorse preziose alla qualità dell’assistenza sanitaria. Sono necessarie soluzioni che valorizzino il ruolo degli infermieri, garantendo loro il rispetto e la dignità che meritano.
Sono diverse le sentenze che condannano le aziende sanitarie che sfruttano gli infermieri demansionandoli e risparmiando così nell’assunzione di personale di supporto. Vieppiù, utilizzando questi modelli organizzativi si mette a repentaglio la qualità dell’assistenza infermieristica fornita ai pazienti.
Redazione Nurse Times
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