A seguito del ricorso presentato dal sindacato il Tribunale del capoluogo etneo ha disposto un risarcimento economico pari a circa 30mila euro per ciascuno dei lavoratori del reparto di Chirurgia toracica.
Con sentenza emessa lo scorso 10 marzo il giudice del Lavoro del Tribunale di Catania, Federica Amoroso, ha riconosciuto la dequalificazione professionale subita per anni dagli infermieri del reparto di Chirurgia toracica dell’ospedale Cannizzaro di Catania, riconoscendo fino a deici anni di arretrati e disponendo un risarcimento economico che ammonta a circa 30mila euro per ogni ricorrente.
Salvo Vaccaro, segretario del sindacato Nursind Catania, che ha promosso il ricorso per conto degli interessati, commenta così la pronuncia favorevole agli infermieri: “E’ un’altra importante vittoria, che si aggiunge a quelle già ottenute in precedenza dagli infermieri nei reparti di Neurologia e Rianimazione e che vede soccombere nuovamente l’azienda Cannizzaro di Catania nei confronti di operatori sanitari penalizzati dalla mancata assunzione di oss in maniera congrua. Purtroppo, ancora una volta, è la via giudiziaria quella che si è costretti a perseguire per vedere riconosciuto il diritto a svolgere la propria attività in aderenza al proprio profilo”.
“Quando il lavoratore allega un demansionamento riconducibile a un inesatto adempimento dell’obbligo gravante sul datore di lavoro ai sensi dell’art. 2103 c.c., è su quest’ultimo che incombe l’onere di provare l’esatto adempimento del suo obbligo”, recita un passaggio della sentenza. E ancora: “Deve escludersi che le mansioni di assistenza di base ai pazienti (ossia alberghiera, igienica, di trasporto di mobilizzazione ed accompagnamento) rientrino tra i doveri dell’infermiere (…) comportando la spendita di energie fisiche per un tempo peraltro non irrilevante e marginale del turno di lavoro, come evincibile dal rapporto tra unità di personale, numero di letti, tipologia del reparto”.
L’avvocato Domenico De Angelis parla di “un’altra vittoria significativa per la tutela della professione infermieristica, che si iscrive nel solco giurisprudenziale di quanto stabilito dalla Cassazione”. E aggiunge: “Una professione troppo spesso mortificata dalle condotte aziendali che distolgono gli infermieri dall’esercizio della loro professione intellettuale per adibirli a mansioni ausiliarie e di supporto. Questa sentenza rappresenta infine una grande vittoria del Nursind, che con dedizione quotidiana e con la competenza specifica dei suoi dirigenti ha reso possibile tale risultato”.
Redazione Nurse Times
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