“Nell’ultima Giunta – dichiara l’assessore alla Sanità Angelo Gratarola – abbiamo recepito le linee di indirizzo dell’infermiere di famiglia e comunità di Agenas e abbiamo deliberato di avviare la formazione specifica per rafforzare questa figura, in linea con quanto affermato dalla Conferenza delle Regioni”. Così Angelo Gratarola (foto), assessore alla Sanità della Regione Liguria.
“La figura dell’infermiere di famiglia e comunità – precisa Gratarola – è già presente sul nostro territorio, ma con questo provvedimento, che si muove nell’alveo dell’attuazione del piano sociosanitario Ligure e di altri provvedimenti, quale il rafforzamento dell’assistenza domiciliare integrata, finanziati dal Pnrr, viene potenziata e armonizzata”.
Sempre Gratarola: “L’infermiere di famiglia o comunità gioca un ruolo fondamentale nell’identificazione dei soggetti più fragili e funge da collegamento con i medici di medicina generale. E’ in grado interfacciarsi con tutti i nodi della rete assistenziale, di seguire il paziente anche nelle fasi di dimissione protetta, di attivare le reti che di volta in volta si rendono necessarie. L’infermiere quindi intercetta i bisogni dell’assistenza infermieristica, favorisce l’integrazione sanitaria e sociale e promuove corretti stili di vita”.
E ancora: “Presto il territorio subirà un mutamento profondo per l’introduzione delle case di comunità, ma anche diventando esso stesso luogo di cura, attraverso processi di reale presa in carico della persona anziana come con il progetto Adi (assistenza domiciliare integrata), che nel 2025 consentirà di seguire ben 41mila liguri”.
Il DM 77/2022, che definisce gli standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale stabilisce il numero di infermieri di famiglia e comunità necessari: uno ogni 3mila abitanti. Questa figura possiede già una comprovata esperienza, alla quale seguiranno una formazione specifica e la possibilità di perfezionarsi con un master.
Al Dipartimento di Scienze della salute dell’Università di Genova è già attivo il master universitario in Assistenza infermieristica di famiglia e comunità, che però non riuscirà a soddisfare il fabbisogno previsto dalla normativa. Ogni azienda, quindi, può formare al proprio interno gli infermieri in tempi e modi che saranno stabiliti da delibere aziendali, in costante contatto con Regione Liguria.
Al termine del corso l’infermiere riceverà da Regione Liguria un attestato regionale di formazione post-base in Infermieristica di famiglia e comunità. Spetterà poi alle singole Asl inviare l’elenco del personale che ha concluso questa formazione, così da predisporre e aggiornare un elenco di infermieri qualificati. Un percorso, questo, che comunque non preclude la possibilità di partecipare al master.
In tema di formazione Gratarola aggiunge: “Attualmente abbiamo già formato un centinaio di infermieri di famiglia e comunità. Il fabbisogno ligure minimo, secondo gli standard ministeriali, è stimato in 500 unità, che si prevede possano essere impiegati nei vari distretti. A questi si dovranno aggiungere quelli delle case di comunità e degli altri servizi previsti”.
Redazione Nurse Times
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