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Infermiera “furbetta” agli IFO: 38 assenze documentate. Corte dei conti condanna

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Roma, smascherati i furbetti del cartellino: 30 dipendenti della Asl di Monte Sacro rischiano grosso
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Nuovo caso di assenteismo nella sanità pubblica: badge timbrati da colleghi compiacenti, condanna da 4.600 € per danno erariale

Dopo il caso dell’anestesista Alessandro Baccaro che timbrava il cartellino e ritornava a casa, un’altra vicenda di assenteismo emerge ancora una volta nella sanità pubblica. Tra il 2018 e il 2019 un’infermiera dell’IFO – l’Istituto nazionale tumori Regina Elena e l’Istituto dermatologico San Gallicano – si sarebbe allontanata dal posto di lavoro in almeno 38 occasioni, pur risultando regolarmente in servizio. Questo grazie a timbrature eseguite da colleghi compiacenti.

Indagine tra badge e cella telefoniche

L’indagine, condotta con un metodo incrociato tra badge elettronici, pedinamenti e l’analisi delle celle telefoniche, ha confermato la strategia illecito: uscita anticipata o ritardo non rilevato, rimediato con un badge timbrato da un altro collega. Il tutto è emerso grazie a una sinergia investigativa tra organi interni e tecnologie digitali.

Condanna della Corte dei Conti Lazio

La Corte dei Conti del Lazio ha riconosciuto un danno erariale dell’infermiera collegato a:

  • costo delle ore ingiustamente registrate,
  • disservizio per l’utenza,
  • lesione dell’immagine dell’amministrazione.

La condanna prevede un risarcimento di 4.600 €, complessivamente tra danni patrimoniali e non.

Questo caso rappresenta l’ennesimo episodio di “furbetti del badge”, che danneggiano la fiducia nei confronti del sistema sanitario pubblico. Le istituzioni sanitarie sono chiamate a rafforzare:

  1. controlli digitali sui sistemi di timbratura
  2. formazione interna e codici etici
  3. sanzioni per scoraggiare comportamenti fraudolenti
Redazione NurseTimes

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