In un’epoca segnata dalla sovrabbondanza di informazioni, segnato da crisi sanitarie globali, disinformazione virale e crescente sfiducia verso le fonti ufficiali, saper comunicare con competenza è diventato parte del lavoro di cura. Parlare di comunicazione sanitaria, dunque, significa affrontare una delle sfide più urgenti della contemporaneità. Ed è proprio questo il cuore de Il giornalismo sanitario, il saggio scritto da Anna Arnone (foto) e pubblicato nel 2025 da Tab Edizioni, che esplora con lucidità e competenza il rapporto tra informazione, salute e responsabilità.
Anna Arnone, infermiera, pubblicista e docente universitaria, costruisce un’opera che è insieme riflessione critica e guida pratica. Il testo parte da un assunto tanto semplice quanto radicale: in ambito sanitario, la comunicazione non è accessoria alla cura, ma ne è parte integrante. E quando si parla al grande pubblico, ancor di più. L’autrice riflette su come il giornalismo sanitario – spesso trascurato o ridotto a veicolo di allarmismo – dovrebbe invece fondarsi su rigore scientifico, chiarezza divulgativa ed etica della responsabilità.
L’opera alterna riferimenti teorici e accademici a esempi concreti, traendo spunti da esperienze concrete, dimostrando quanto la corretta informazione possa incidere sui comportamenti individuali e collettivi. Farlo significa costruire un ponte tra esperienza clinica e opinione pubblica, tra scienza e comunità.
“Non esiste buona sanità senza buona comunicazione”, sembra suggerire tra le righe l’autrice, evidenziando come essa stessa sia tra gli strumenti fondamentali non solo per il benessere individuale, ma per la salute pubblica: ogni notizia in ambito salute – specialmente quando viene diffusa attraverso media generalisti o social network – ha un impatto immediato sulla percezione del rischio, sull’adesione terapeutica e sulla fiducia nelle istituzioni sanitarie.
Ecco perché, secondo l’autrice, il giornalismo sanitario va considerato una vera e propria “disciplina”, con regole proprie, che richiedono competenze sia in ambito scientifico sia comunicativo. Un saggio destinato non solo a chi lavora nei media o nella sanità, ma a chiunque desideri capire meglio come nascono le informazioni che riguardano la nostra salute e come possiamo imparare a riconoscere quelle affidabili in un mondo dove l’accesso all’informazione è immediato ma non sempre consapevole.
L’autrice ci ricorda che ogni parola detta – o scritta – in tema di salute può avere un impatto profondo. Per questo motivo il suo saggio è oggi più che mai necessario: un invito alla riflessione, ma anche un appello all’azione, perché la salute comincia anche da una comunicazione onesta e competente.
Uno degli aspetti più interessanti del saggio è il richiamo diretto alla responsabilità dei professionisti sanitari – in particolare degli infermieri – nel diventare comunicatori credibili. ”Chi lavora in corsia – spiega l’autrice – ha il diritto e il dovere di partecipare al dibattito pubblico e ai processi informativi, contribuendo alla diffusione di una narrazione più realistica e umana della sanità. Saper comunicare con competenza è diventato parte del lavoro di cura”.
Redazione Nurse Times
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