La health literacy, o alfabetizzazione sanitaria, rappresenta la capacità di un individuo di comprendere e utilizzare le informazioni sanitarie per prendere decisioni informate sulla propria salute e su quella della propria comunità. Va oltre la semplice lettura di un foglietto illustrativo: implica la capacità di navigare il sistema sanitario, comunicare efficacemente con i professionisti, interpretare dati medici e adottare comportamenti salutari.
In un mondo in cui le informazioni sulla salute sono sempre più accessibili, ma spesso complesse, una buona health literacy è cruciale. Permette ai cittadini di partecipare attivamente alla propria cura, prevenire malattie, gestire condizioni croniche e, in definitiva, migliorare la propria qualità di vita. Una bassa health literacy, al contrario, può portare a incomprensioni, decisioni sanitarie inadeguate e un maggiore onere per il sistema sanitario.
Comprendere e promuovere la health literacy è quindi un passo fondamentale per costruire una società più sana e, soprattutto, consapevole. La popolazione italiana, però, ha competenze sanitarie inferiori alla media europea. Una recente indagine (Oms Action Network on Measuring Population and Organizational Health Literacy) ha infatti rilevato che il 23% della popolazione italiana ha un livello di alfabetizzazione sanitaria inadeguata. Ciò significa che quasi un quarto dei cittadini italiani fatica significativamente a comprendere e utilizzare le informazioni necessarie per gestire la propria salute.
Le implicazioni di questo dato sono significative e confermano la necessità di interventi mirati:
- difficoltà per una vasta porzione della popolazione nel prendere decisioni informate sulla propria salute;
- maggiore vulnerabilità a informazioni sanitarie errate o fuorvianti;
- potenziale per una gestione meno efficace delle malattie croniche e una minore aderenza ai trattamenti;
- possibile aumento del carico sul sistema sanitario a causa di un utilizzo meno consapevole dei servizi;
- esacerbazione delle disuguaglianze sanitarie, poiché i gruppi con minore alfabetizzazione sanitaria sono spesso anche quelli più vulnerabili sotto altri aspetti (socioeconomici, educativi).
Dott. Leonardo Ontani – Infermiere
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